La Nuova Sardegna

Olbia

La polemica

La preside dopo l’incontro a scuola con l’animalista Rizzi: «Nessuna propaganda»

di Giuseppe Pulina
La preside dopo l’incontro a scuola con l’animalista Rizzi: «Nessuna propaganda»

La dirigente dell’istituto Pes di Tempio interviene dopo il dibattito con gli studenti

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Tempio Ha suscitato un vespaio di polemiche l’incontro tra gli studenti del polo tecnico “Don Gavino Pes” e l’influencer e animalista Enrico Rizzi che molti, soprattutto in Sardegna, hanno iniziato a conoscere per la sua presa di posizione sui fatti del carnevale di Ovodda. In tanti, con toni poco concilianti in particolare nei social, hanno criticato la scelta della scuola, entrando nel merito di questioni didattiche e formative. C’è chi ha contestato la scelta del tema (i diritti degli animali), etichettandola come “propagandistica”, e chi ha definito l’ospite persona priva delle necessarie competenze. Meglio avrebbe fatto la scuola – questa è un po’ la sintesi di tanti interventi – se avesse interpellato un veterinario o se avesse consentito un confronto tra gli allevatori e Rizzi, al quale – altro motivo di polemica – sarebbe stato poi offerto un rinfresco rigorosamente vegano.

La scuola, di cui molti hanno non solo difeso, ma anche apprezzato l’operato, si è sentita tirata in ballo in una polemica che ha sorpreso un po' tutti. «Chi ha accusato l'istituto di fare propaganda disconosce, con ogni probabilità, il significato della parola – commenta Francesca Spampani, dirigente dell’istituto –. Trattasi del tentativo deliberato di plasmare le concezioni altrui e modellare il comportamento per trarne vantaggio. Il signor Rizzi ha illustrato le recenti novazioni del codice penale in materia di maltrattamenti di animali, ha mostrato in cosa consiste il lavoro di attivista e influencer dei diritti animali e, infine, ha illustrato le attività di lotta contro la zoomafia. In tutto ciò non vedo propaganda, bensì un dialogo aperto sulle tematiche che le stesse linee guida di educazione civica ministeriali in tema di coscienza animalista sollecitano».

Ma c’è anche chi ha parlato di indottrinamento. Niente di più sbagliato, secondo Francesca Spampani. «Il fine non era certo quello di proporre coercitivamente uno stile di vita alimentare o un’etica antispecista, bensì mostrare lo stato dell'arte circa il riconoscimento dei diritti degli animali, questione squisitamente giuridica». L’incontro con Rizzi rientrerebbe, inoltre, in una programmazione fatta da tempo. «Il progetto “Vivere e convivere", all'interno del quale è stato inserito l'intervento di etica animalista, è attivo da 4 anni e consiste nell’organizzazione di incontri, workshop, dimostrazioni pratiche, sulle più svariate tematiche del vivere civile. Il fine è dimostrare come le competenze professionali acquisite a scuola possano tradursi in mestieri o azioni di volontariato. Sono stati ospiti del nostro istituto liberi professionisti, membri di associazioni di categoria, volontari di associazioni umanitarie, rappresentanti delle forze dell'ordine e della magistratura, associazioni ambientaliste. Tutto questo è dialogo dell'umanità, vivere civile, didattica orientativa».

In certe critiche la ds vede un deficit di onestà intellettuale. «Lamento con sconforto che chi più di ogni altro dovrebbe usare con cautela e saggezza le parole, ossia i rappresentanti del popolo, le usi invece a sproposito e senza conoscerne il significato. Ancora più riprovevole è selezionare chirurgicamente un pezzo della realtà, decontestualizzarla per poi aver buon gioco nel demonizzarla. Questo sì che è un cattivo insegnamento ed esempio di disonestà intellettuale».

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