Il Comune non risponde e la Soprintendenza porta via l’archivio di Lia Origoni: è polemica
La Maddalena, scontro sul materiale lasciato in eredità dalla famosa soprana. L’associazione: «Inerzia che vede tutti colpevoli»
La Maddalena L’archivio è stato impacchettato e portato via. Il patrimonio lasciato da Lia Origoni, soprana e attrice morta nel 2022 a 103 anni, una delle personalità più illustri di La Maddalena, è finito dentro gli scatoloni. Sono stati la Soprintendenza archivistica della Sardegna e i carabinieri Tutela patrimonio ambientale di Cagliari a prendere e portare via il materiale conservato nella casa che la stessa Origoni aveva lasciato in eredità al Comune, con l’obiettivo di realizzare un museo o comunque un centro di documentazione. Si tratta di una custodia coattiva. «Poiché, nonostante le reiterate richieste, il Comune non ha fornito informazioni in merito all’acquisizione dell’archivio Origoni – spiegano dalla Soprintendenza –, e considerato che il perdurare della situazione di incertezza esponeva a rischio la conservazione dell’archivio e non ne garantiva la sicura custodia, la Soprintendenza archivistica ha disposto la custodia coattiva temporanea dell’archivio presso l’Archivio di Stato di Sassari». Nell’isola scoppia così la polemica e nel mirino ci finisce il Comune, che, dal canto suo, fa sapere di essere d’accordo con la decisione della Soprintendenza, perché – sostiene – l’iter relativo all’eredità della casa non è stato ancora perfezionato.
Gli amici di Lia La soprana, negli anni ‘40 e ‘50 tra le più apprezzate in Italia, oltre alla casa di via Garibaldi, nel centro storico, aveva lasciato in eredita un archivio fatto di registrazioni, abiti di scena, appunti, premi e fotografie. Sul caso interviene così l’Associazione Amici di Lia Origoni, che non nasconde il suo rammarico. «Ci chiediamo se Lia non ci abbia fatto un dono troppo grande di cui non siamo degni, il sospetto è lecito» commenta il presidente Andrea Tirotto. «La buona notizia è che il patrimonio o buona parte di esso, quella più preziosa, è salvo, al sicuro, e la soprintendente è già attiva per catalogare tutto, provvedere a quanto necessario per la conservazione e fruibilità» dice Tirotto. Poi le critiche al Comune. «Mai risposto alla Soprintendenza, mai siamo stati sentiti – prosegue il presidente –. Se ciò fosse accaduto, come accade in tutta Italia, ci saremmo proposti come conduttori del bene, ci saremmo presi cura della casa, dei beni in essa contenuti, avremmo tenuto pulito, avremmo arieggiato, saremmo stati sentinelle dei beni e della loro custodia. L’amministrazione deve dire chiaramente cosa vuole fare, anche perché la casa custodisce ancora molti materiali catalogati che non sono stati portati via e che devono essere tutelati». E poi ancora: «Le volontà di Lia sono chiare e qualcuno deve assumersi la responsabilità di un’inerzia che vede tutti colpevoli, opposizione compresa, che aveva un argomento rimasto inutilizzato oppure assumersi l’onere concreto di un piano. Solo ora abbiamo ricevuto la disponibilità del sindaco a incontrarci, cosa che speriamo possa avvenire già nei prossimi giorni».
Il Comune. La giunta guidata dal sindaco Fabio Lai si difende e si dice pronta a valorizzare il patrimonio della soprana con una casa museo, «ma con lo spirito che ha sempre guidato il nostro operato, ovvero quello di concludere un iter prima di cominciarne un altro. Niente ha mai derogato a questo principio che ci ha permesso, fino ad ora, di iniziare progetti e concluderli». Dal Comune poi aggiungono: «Siamo pienamente d’accordo con la valutazione della Soprintendenza di custodire momentaneamente tutti i cimeli dell’artista in luogo adatto e sicuro. La casa, infatti, che vede il Comune come erede il cui iter però non si è ancora perfezionato, non presenta un sistema di videosorveglianza, teche, rivelatori di fumo e altre tecnologie necessarie per tutelare questo importante patrimonio. Nelle more dell’approvazione di una adeguata progettazione, che vedrà coinvolte le associazioni locali che si occupano di cultura, ci rassicura che i cimeli siano temporaneamente sotto la custodia della Soprintendenza». (d.b.)