La Nuova Sardegna

L'appello del Papa: “Nessuno si salva da solo”

Oresto Molino *
L'appello del Papa: “Nessuno si salva da solo”

La Comunità di Sant'Egidio ha celebrato l’annuale incontro internazionale di preghiera e dialogo per la pace nel mondo

08 novembre 2020
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Nello spirito dell'Incontro di Assisi, convocato da San Giovanni Paolo II nel 1986, la Comunità di Sant'Egidio ha celebrato il 20 ottobre scorso a Roma l’annuale incontro internazionale di preghiera e dialogo per la pace a cui hanno preso parte Papa Francesco, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e alti rappresentanti delle religioni mondiali. Il tema di quest’anno “Nessuno si salva da solo – Pace e fraternità”, è risultato molto attuale anche alla luce della recente enciclica papale sulla fratellanza universale.

Il Presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, nel presentare l’evento ha sottolineato come vi sia oggi un bisogno di parole di pace e di speranza che indichino un futuro per l’umanità travolta dalla pandemia che sta ancora provocando una grave crisi economica e sociale. L’incontro è stato caratterizzato dapprima da una preghiera tenutasi secondo le diverse tradizioni religiose e successivamente dagli interventi degli ospiti.

Papa Francesco nella sua omelia, citando il Vangelo di Marco “Salva te stesso”, ha sottolineato come oggi si sia sviluppato nella società il culto dell’io e della croce sugli altri per salvare se stessi, scaricando così le colpe di tutti i mali sui più deboli ed emarginati. Occorre viceversa essere più uniti, più fraterni, perché più l’umanità sarà aperta e universale e più si sentirà responsabile per gli altri. Il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi, ha citato la grande svolta del primo incontro ad Assisi il cui risultato fu che le religioni smisero di vivere l’una contro l’altra e oggi pregano assieme con un nuovo linguaggio di pace. La loro diversità non impedisce un comune sentire fraterno e pacifico.

Riccardi ha aggiunto che benché si siano aperte nuove guerre, occorre riconoscere che sono state possibili nuove paci perché la pace è sempre possibile. Facendo riferimento all’enciclica “Fratelli tutti” ha indicato i miraggi che poi si sono infranti: il mito dell’economia che risolve tutto, quello dell’uomo forte, l’illusione di imporre le proprie ragioni con la violenza o la guerra. Oggi occorre dare voce a quanti soffrono da troppo tempo, a chi si trova sotto le bombe in guerre ancor più dimenticate perché si è prevalentemente concentrati sulle nostre malattie o i nostri problemi e il messaggio da convogliare è che non ci si salva da soli alle spalle degli altri.

Anche il Presidente Mattarella si è soffermato sul tempo attuale caratterizzato da gravi minacce globali che provocano sofferenze e povertà e fanno comprendere quanto fraternità e concordia siano ricchezze importanti di cui l’umanità ha bisogno. Occorre unità d’intenti contro le disuguaglianze e le ingiustizie che mettono a rischio la vita di milioni di persone. La sofferenza dovuta alla pandemia deve spingere le persone di buona volontà a rafforzare le azioni per la pace e la cooperazione tra i popoli evidenziando l’insensatezza delle guerre.

Papa Francesco, nel suo intervento conclusivo, ha dapprima rimarcato i passi fruttuosi nel dialogo interreligioso citando l’importante documento sulla fratellanza per la pace mondiale e la convivenza comune firmato con l’Imam di al-Azhar nel 2019 e, di seguito, come credenti e non credenti non possano vivere nell’indifferenza assuefacendosi al male delle guerre. Mettere fine ai conflitti è un dovere improrogabile di tutti i responsabili politici e la pace è la priorità di ogni politica. Ancora una volta il Papa ha ribadito che ci si salva soltanto insieme, incontrandosi, negoziando, riconciliandosi, moderando il linguaggio della politica e della propaganda, sviluppando percorsi concreti per la pace.

L’incontro internazionale della pace nella sua semplice solennità ha ancora una volta raggiunto l’obiettivo alto e non solo simbolico, di approfondire la riflessione sui problemi più pressanti dell’umanità. Si tratta di concetti da trasformare in atti concreti che devono accompagnare la vita di tutti i giorni.

* Comunità di Sant’Egidio

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