La Nuova Sardegna

Verso le elezioni

Personalismi contro la coalizione

di Giacomo Bedeschi
Personalismi contro la coalizione

Fughe in avanti della politica. L’editoriale del direttore

13 ottobre 2023
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Quanto è utile la posizione di Renato Soru per il centrosinistra? Ora, nessuno mette in discussione che l’ex presidente della Regione abbia una visione chiara di programma per il futuro della Sardegna. Probabilmente anche una buona visione seppur bisognerebbe puntualizzare su cosa è realizzabile e cosa è utopia.

Ma chiedere le primarie per il centrosinistra è un esercizio di puro stile ormai. Il blitz a Roma per parlare direttamente con la segretaria Elly Schlein, forse uno sgambetto al segretario regionale Comandini, non ha avuto l’effetto sperato. Soru ostenta sicurezza e sostiene che alla fine il tavolo del centrosinistra imploderà. Per ora deve raccogliere il rifiuto di Roma a dare il via libera alle primarie. È chiaro che il patto dei Dem con i 5 Stelle ha un respiro nazionale e spezzare l’accordo nell’isola poteva avere effetti pericolosi anche al di fuori delle Regionali. Sulla bilancia della decisione della Schlein va messo un altro aspetto: la sconfessione di quello deciso a Cagliari da parte di Roma avrebbe avuto un effetto deflagrante sul tavolo. E forse è quello che in questo momento cerca di fare Soru. Oggi la coalizione fissa le regole per la scelta sul candidato che si farà tra tutti i partiti. Ma non con il passaggio dal voto allargato alla base dei sostenitori.

Dunque, se già chi governa il gioco ha scritto quali sono le regole, perché continuare a insistere chiedendo una modifica che non arriverà? Quello di Soru sembra un atteggiamento fuori tempo, come se l’orologio si fosse rotto. Se vuole candidarsi a presidente della Regione nessuno lo impedisce. Solo che deve farlo al tavolo della coalizione dove, va da sé, la sua candidatura potrebbe non passare. Giusto per chiarire, i 5 Stelle da settimane hanno fatto capire che il profilo di Soru non è candidabile per via del processo ancora aperto dell’ex governatore che, in caso di una eventuale elezione, potrebbe far saltare il banco se si dovesse chiudere con una condanna. La legge Severino imporrebbe la sua immediata incompatibilità con la carica di presidente della Sardegna. Un po’ lo sesso problema che si trova ad affrontare anche l’attuale presidente Christian Solinas.

Quindi che strada resta a Soru? Quella di correre da solo, con una sua formazione, fuori dal cosiddetto campo largo. Quante chance può avere? Praticamente nessuna e questo certamente lo sa bene anche l’ex presidente. Così come sa che la sua candidatura non passerà al tavolo della coalizione. Per ruggini antiche ma appunto anche per l’alleanza che sembra cementarsi tra Pd e 5 Stelle. È chiaro che senza questo asse la corsa per Villa Devoto, assolutamente in salita, sarebbe già persa in partenza al di là delle difficoltà interne al centrodestra ancora alle prese con il nodo da sciogliere sulla candidatura. Lo slancio di Soru è in fondo lo specchio dei tempi, di una politica che vive all’insegna della personalizzazione. Lo abbiamo visto e lo stiamo vedendo, in Sardegna, non solo per le elezioni regionali ma anche per le comunali dove eventuali candidature vengono lanciate direttamente fuori dai ragionamenti di coalizione. Non esiste nostalgia perché è un sentimento che mal si addice alla programmazione del futuro che invece dovrebbe essere propria della politica. Ma, un tempo, le scelte sui nomi erano frutto di confronti allargati (e pure lunghi e tempestosi a volte) che avevano un unico obietti vo finale: trovare la quadra sui nomi che sarebbero stati in grado di portare a compimento il programma oltre che a incassare voti. Sembra un’era geologica fa. È stato Berlusconi a rompere gli schemi ormai trent’anni fa. Sarebbe forse il caso di provare a fare nuovamente sintesi, senza eccedere nei protagonismi.

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