La Nuova Sardegna

La transizione

Energia, un’isola poco green

di Plinio Innocenzi
Energia, un’isola poco green

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Uno dei tanti temi scottanti di cui si dovrà occupare il prossimo governo regionale è quello dell’energia. Soddisfare il bisogno energetico dell’isola è certamente una priorità ma le modalità con le quali si raggiunge questo obiettivo possono fare la differenza. La transizione energetica, che è strettamente connessa con il cambiamento climatico, impone non solo il risparmio energetico, per quanto possibile, ma anche fonti di produzione siano il più possibile rinnovabili. Il costo e la disponibilità dell’energia sono anche molto fattori importanti; fonti intermittenti come il sole e il vento, richiedono l’integrazione attraverso reti intelligenti e sistemi di accumulo. Un costo elevato dell’energia rappresenta inoltre un limite intrinseco nell’attrazione degli investimenti, le produzioni industriali energivore saranno inevitabilmente penalizzate e si localizzeranno dove ci sono condizioni più favorevoli.

L’altro problema è quello dell’impatto ambientale che è di duplice natura, da una parte ci sarà l’emissione di CO2 e polveri sottili da parte di centrali tradizionali, a carbone o a gas, dall’altro l’impatto sul territorio che un uso estensivo e incontrollato di sistemi di generazione eolica o fotovoltaica potrebbe provocare. Un contributo importante alla produzione di energia rinnovabile viene dall’idroelettrico che mediamente contribuisce a soddisfare circa il 15% del fabbisogno complessivo a livello nazionale. In Sardegna tale fonte ha un ruolo marginale, circa il 3%, a causa della geografia del territorio isolano per cui viene a mancare tale importante contributo alla produzione di energia rinnovabile.

Per quanto riguarda la produzione di energia eolica, questa è concentrata per la maggior parte nelle regioni meridionali, più ventose rispetto e quelle del nord. Come numero di aerogeneratori e potenza installata (dati ANEV 2022) la Sardegna è sesta, dopo la Puglia che guida di gran lungo la classifica con 1696 pale eoliche, Sicilia (1602), Campania (1167), Basilicata (707) e Calabria (628). La potenza installata in Puglia è 2867 MW in Sardegna 1084 MW, se si considera che la superficie della Puglia è di 19540 km2 contro i 24100 km2 della Sardegna è chiaro che c’è un ampio margine per aumentare la quota di energia prodotta dall’eolico. Per quanto riguarda l’altra principale fonte di energia rinnovabile, il fotovoltaico, nel 2022 sono stati installati in Sardegna 6002 nuovi impianti con una potenza complessiva di 140,1 MW (dati GSE).

La produzione lorda totale di energia dal fotovoltaico è di 1356 GWh data da 47846 impianti. I pannelli fotovoltaici installati nel loro insieme occupano una superficie totale di 732 ettari, molto poco rispetto alla superficie totale della Sardegna, circa lo 0.03%. Ci sono inoltre ampi margini per l’installazione di sistemi fotovoltaici senza consumo di suolo, ad esempio usando i sistemi flottanti su bacini e invasi già esistenti.

Se si considerano le fonti rinnovabili rispetto al totale della produzione lorda (GWh) si osserva che la quota è relativamente bassa, 3.2% idroelettrico, 12.4% eolico, 10.2% fotovoltaico e ben il 74.2% dal termoelettrico tradizionale (dati Terna 2022). Quindi il totale delle rinnovabili è “solo” il 23.8%, sotto il dato medio nazionale. Il paradosso del sistema energetico regionale è il supero della produzione rispetto alla richiesta, +39%; si produce più energia di quella che la regione richiede e la maggior parte di questa è non rinnovabile.

Si importa dall’esterno combustibile “sporco” per produrre energia che non si consuma e che deve essere riesportata con la conseguenza di perderne un parte nella rete. Allo stesso tempo cresce l’opposizione verso l’utilizzo delle fonti rinnovabili, eolico e fotovoltaico, a fronte di consumo del territorio e danni al paesaggio.

È una situazione paradossale, in parte frutto delle distorsioni indotte dagli incentivi per l’uso delle energie rinnovabili, che richiede una politica che sia coerente con la transizione energetica e la salvaguardia dell’ambiente.

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