Casa nella rotonda, serve una verifica
La Soprindentenza: «La Provincia chieda che venga accertato l’interesse culturale della struttura»
ORISTANO. È arrivata dopo una lunga e paziente riflessione la precisazione della Soprintendenza sulla vicenda della casa che si trova al centro della rotonda, lungo la strada provinciale Oristano-Torregrande. Alla fine di settembre era scoppiato un caso: un tragico incidente in cui avevano perso la vita due persone, piombate con un’auto sopra la casa disabitata, aveva riproposto l’esigenza di eliminare un’anomalia presente sin dal momento della realizzazione della rotonda. «Su quella vecchia casa esistono dei vincoli che ne impediscono la demolizione», aveva detto l’assessore provinciale ai Lavori pubblici, Gianni Pia.
Ora è arrivata la lettera della Soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici: «Precisazioni in merito alle dichiarazioni rilasciate dall’assessore Gianni Pia. Senza entrare nel merito delle effettive concause e conseguenti responsabilità che la casa cantoniera potrebbe avere in rapporto alla sicurezza stradale del sito, si precisa che, contrariamente a quanto dichiarato dall’assessore, qualunque bene immobile di proprietà pubblica avente un’età superiore a 70 anni è sottoposto agli strumenti di tutela preventiva previsti dal titolo secondo del Codice dei beni culturali e del paesaggio (Codice urbani). Pertanto, attualmente non è consentita la demolizione dell’immobile in questione».
Sin qui lo stato delle cose. Ma come si potrebbe superare una situazione che ha aspetti paradossali? La Soprintendenza lascia intendere che la strada c’è, ma è la Provincia che deve fare il primo passo: «L’eventuale superamento del divieto a operare demolizioni o trasformazioni sugli immobili è possibile solo sottoponendoli alla “verifica dell’interesse culturale”, obbligatoria dal 2004, ai sensi dell’articolo 13 del citato codice a cui ogni ente pubblico, obbligatoriamente, deve fare riferimento se intende verificare l’effettivo interesse culturale o meno del proprio bene in disponibilità».
La Provincia chiede, la Soprintendenza accerta. «Solo dopo l’avvenuta verifica del bene da parte della componente Soprintendenza, l’immobile potrà perdere la prerogativa di interesse culturale e, quindi, essere libero dai vincoli di salvaguardia. In alternativa, se verrà confermato di interesse culturale e quindi sottoposto, come risulta attualmente, alle norme di tutela culturale non potrà essere demolito».