La Nuova Sardegna

Oristano

Vertenza entrate con la Regione

di Enrico Carta
Vertenza entrate con la Regione

Il Comune ha pagato per opere pubbliche 4 milioni di euro in più di quanto ha incassato dal 2008

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ORISTANO. La Regione combatte col governo la “vertenza Sardegna”, ma a sua volta diventa protagonista di una “vertenza Oristano” ma a ruoli invertiti. È infatti il Comune che in questi giorni ha aperto un fronte di trattativa serrata per avere quei soldi che invece in cassa non arriveranno subito. Gli ultimi ritocchi e le rivisitazioni del bilancio regionale rischiano infatti di far scricchiolare i conti del Comune e di metterlo al di fuori del patto di stabilità con le immaginabili conseguenze che ci sarebbero per i movimenti economici del 2015. Anche se proprio ieri è arrivata la conferma che altri 800mila euro saranno a disposizione del capoluogo che almeno non dovrà respirare con l’affanno per tutti i prossimi mesi.

Tutto era iniziato nei giorni scorsi, proprio a Cagliari, dove sono state effettuate le verifiche sul rispetto del patto di stabilità e dei vincoli che esso impone alle spese dei Comuni. Il problema però non è recente, perché è col passare degli anni che il Comune ha accumulato un deficit di cassa di quattro milioni e 200mila euro. Sono i soldi che la Regione deve all’amministrazione per opere pubbliche finanziate. Dal 2008 a oggi il Comune ha pagato alle imprese più di quello che ha effettivamente incassato e che gli spettava. Il risultato è che la differenza è alquanto pesante. In sei anni il credito accumulato è appunto di quattro milioni, ma senza quest’ultimo sforzo della Regione rischiava di essere ancora maggiore e sfiorare i cinque milioni.

Ad ogni modo da Cagliari non sono arrivate solo buone notizie, perché la Regione ha deciso di definanziare circa tre milioni e 500mila euro. Sono i soldi legati ai fondi Pia che in città erano stati destinati alla ristrutturazione di impianti sportivi e al rifacimento delle strade, divisi in due tranche di un milione e 250mila e di due milioni e 300mila. Sono appalti che il Comune ha già avviato, ma che non ha ancora portato a compimento. La clausola perché vengano finanziati è che tra la progettazione e la conclusione dei lavori non passino più di due anni. Quelli invece sono soldi del 2011, per cui il tempo è scaduto. Questo non significa che i soldi sono persi, bensì che non arriveranno ora, ma l’anno prossimo.

È a questo punto che scatta il problema, perché il Comune, in quanto datore di lavoro, deve pagare le imprese che quelle opere stanno eseguendo. Ma se non riceve il finanziamento, ritarderà anche il pagamento delle imprese e così si crea una sorta di circolo vizioso che va a tutto danno dell’economia locale.

«La situazione, in realtà è migliorata – spiega l’assessore comunale al Bilancio, Giuseppina Uda –. Quest’ultimo sforzo fatto dalla Regione ci garantisce maggiore tranquillità. Nell’ultimo anno è arrivato in cassa un milione e 200mila in più rispetto a quanto non fosse accaduto con la vecchia giunta Cappellacci. Siamo passati da 2 milioni e 93mila euro a 3 milioni e 313mila, eppure abbiamo grosse difficoltà a pagare in tempo le imprese e questo non è accettabile». E la questione dei tempi lunghi tra progetti e conclusione dei lavori? Niente risposte o la risposta è nel vento come diceva la canzone.

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