Collabora dopo l’arresto e consegna altra droga
Bonarcado, l’apicoltore Gian Mario Pippia aveva in casa sette chili di marijuana A processo per spaccio, rivela dove nascondeva un’altra riserva di stupefacente
BONARCADO. In casa aveva più marijuana dei sette chili che, qualche tempo fa, i carabinieri, gli avevano sequestrato, durante le indagini scaturite dalla sua “scomparsa”, che per i familiari era un (improbabile) sequestro. Gian Mario Pippia, l’apicoltore (57 anni) di Bonarcado, accusato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, nei giorni scorsi ha infatti consegnato agli inquirenti, spontaneamente, un altro chilo e mezzo di canapa indiana, anche questa, pare, nascosta nello scantinato.
Una mossa, quella dell’apicoltore finito agli arresti domiciliari per questa storia di droga. Quello stesso giorno, un altro giovane del paese, Emanuele Sulas, 21 anni, era stato sorpreso dai carabinieri ad annaffiare piantine di canapa indiana coltivate in un terreno del nonno. Una mossa, quella dell’apicoltore, che potrebbe alleggerire la sua posizione ma che ha imposto un rallentamento al processo che si sta svolgendo con il rito abbreviato. Ieri mattina l’apicoltore, assistito dall’avvocato Riccardo Schirò, ed Emanuele Sulas, difeso dal legale di fiducia, Silvio Sanna, sono comparsi dinanzi al giudice monocratico, Enrica Marson che, dopo aver sentito i periti e alcuni testimoni, ha rinviato l’udienza al 9 novenbre prossimo, proprio per esaminare la posizione di Pippia, alla luce dei nuovi fatti. Il giudice infatti valuterà se proseguire con il rito abbreviato o andare ad un dibattimento pubblico.
Tutto iniziò qualche mese fa, quando, l’apicoltore, aveva fatto perdere le sue tracce. La sorella, fortemente preoccupata, si era rivolta ai carabinieri ma anche alla trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?”
Fra le ipotesi che circolarono in un primo momento era spuntata quella, anche se piuttosto improbabile, di un sequestro i persona. I carabinieri di Bonarcado e della Compagnia di Ghilarza, avevano iniziato le ricerche ma più i controlli si infittivano, più emergevano altri elementi che nulla avevano a che fare con una storia di ladri d’uomini. Così durante uno dei tanti controlli, spuntò fuori la droga. Inizialmente il pubblico ministero Andrea Chelo aveva chiesto per Pippia la detenzione in carcere, trasformata invece in arresti domiciliari.
Obbligo di dimora e di firma in caserma, invece per Emanuele Sulas, il giovane sorpreso ad annaffiare le piantine di canapa. Durante una perquisizione, infatti, i carabinieri trovarono 270 grammi di droga, un bilancino di precisione e 1750 euro in contanti. Per lui il processo è stato rinviato al 27 gennaio.
E ora, con il recupero dell’altro stupefacente nelle disponilità di Pippia, la droga ritrovata dalle forze dell’ordine nell’oristanese nel mese di ottobre supera i dieci chili.
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