Amianto a Su Seggiu il sindaco impone ai privati la bonifica
Bosa, nuova ordinanza per la rimozione dell’eternit Il Tar aveva già accolto un ricorso dei proprietari dei terreni
BOSA. Il Comune torna alla carica sulla rimozione dei tubi in cemento amianto presenti in un’area di proprietà privata nella zona di Su Seggiu. Con l’ordinanza numero 99 del 20 ottobre il sindaco Luigi Mastino revoca infatti la precedente disposizione di febbraio 2016, a cui i proprietari si erano opposti con un ricorso al Tar ottenendo una sospensiva, e dopo una serie di accertamenti ordina contestualmente di provvedere a rimozione e corretto smaltimento di 105 metri lineari di tubi in cemento amianto con oneri a carico dei comproprietari dell'area. Questa la novità sulla vicenda che prende avvio a gennaio 2015, dopo gli accertamenti dei Vigili urbani del dicembre 2014, i referti analitici sulla composizione dei campioni prelevati a Su Seggiu, che confermano la presenza di materiale con fibre di amianto, e la richiesta ricevuta a marzo dal Dipartimento di prevenzione della Asl 5 di adottare uno specifico provvedimento amministrativo teso alla corretta bonifica dell’area. Procedura che culmina a febbraio 2016 con la prima ordinanza di rimozione e smaltimento del materiale firmata da Luigi Mastino.
A quell’ordinanza si sono opposti i privati, con l’appello al Tar, che aveva disposto una sospensiva all’ordinanza concessa in quanto il materiale apparteneva, questa la novità di cui però l’ente locale si era detto all’oscuro fino al quel momento, al Comune di Bosa. Tubi acquistati dall’amministrazione dalla Agrimobiltur per essere utilizzati nella manutenzione urbana del sistema idrico e fognario quelli di Su Seggiu. Con fondi che una determina del dicembre 1999 stabiliva in 16 milioni di vecchie lire, fattura datata 4 gennaio 2000 e atto di liquidazione del marzo 2000 che attesta la regolare della fornitura.
L’ente locale avvia quindi una serie di accertamenti che, questo si legge nella nuova delibera, stabiliscono come la Agrimobiltur - fino al 2001 proprietaria dell’area (concessa negli anni precedenti ad una ditta di Parma, poi fallita, che curava la realizzazione dell’acquedotto della Sardegna centro occidentale e che a Su Seggiu avrebbe lasciato i tubi in cemento amianto) - aveva fornito all’atto della vendita un dettagliato elenco del materiale presente nell’area. Ma “Senza riferimento alcuno alla presenza di amianto”, mentre esisterebbe una discrepanza tra quanto acquistato nel 2000, che si presume fosse stato ritirato dall’ente e utilizzato visto il pagamento della fattura, e quanto presente ancora oggi nell’area.
Quindi “Valutate le deduzioni e controdeduzioni”, ritenendo fra l’altro di dover “Escludere che i materiali siano stati abbandonati da terzi estranei” e che il nuovo provvedimento sia “Emesso nel rispetto del principio di diritto enunciato dal Tar Sardegna,” il sindaco ha revocato l’ordinanza di febbraio 2016 e contestualmente intimato ai privati di provvedere a proprie spese alla rimozione e smaltimento del pericoloso materiale presente a Su Seggiu. Disposizione a cui, una volta notificata, i comproprietari potranno opporsi presentando una nuova istanza al Tar o un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica.
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