Su Dominariu, rinascita dopo l’abbandono
Il Comune di Laconi vuole restaurarlo, con due finalità: promozione prodotti locali e accoglienza
LACONI. Il complesso di Su Dominariu vive da quasi 50 anni nel silenzio, nei pressi della borgata di Santa Sofia. Non più i rumori del lavoro agricolo, degli animali, del vociare festoso dei bambini delle colonie estive. Tutto si è fermato, tranne il tempo che consuma ciò che resta di un glorioso passato. Le foto di Su Dominariu, recentemente pubblicate nel sito “Sardegna abbandonata”, raccontano la desolazione di un luogo straordinario consegnato all’incuria. Una storia importante testimonia l’imponenza del complesso. Nel diciannovesimo secolo, dopo il definitivo fallimento del tentativo di colonizzazione portata avanti dai conti Lostia, nei boschi di Santa Sofia, in “Su sartu dei i milanesos”, come denominato dai laconesi, venivano allevati i cavalli destinati alla cavalleria regia del regio esercito. Parte del complesso di “Su dominariu” è stato costruito nel 1918 -1920 dall’Istituto dei Fondi Rustici “Is Milanesos” e, oltre alla palazzina sede della direzione, comprendeva stalle, masserie e abitazioni, il tutto compreso in un quadrilatero recintato di circa 8mila metri quadri, che era il cuore pulsante di un’ azienda modello dove si allevavano 600 cavalli, 350 vacche e 1600 capre. Nel secondo dopo guerra, con la Riforma agraria e la bonifica delle terre, venne costruita a poche centinaia di metri da “Su dominariu”, la borgata di Santa Sofia che divenne, insieme alla borgata di Crastu, il cuore dell’attività agricola cittadina e l’azienda divenne proprietà dell’Etfas (Ente per la trasformazione fondiaria della Sardegna).
Oggi il complesso è completamente abbandonato. Stessa sorte è toccata anche all’edificio della direzione che, a partire dagli anni ’50 e fino ai primi anni 70, ha ospitato nel periodo estivo centinaia di ragazzi del Patronato scolastico di Cagliari che venivano a Laconi per respirare “aria pulita.” Mezzo secolo di silenzio, di incuria e abbandono, ma dallo scorso autunno, finalmente, è in cantiere un progetto, fortemente voluto e predisposto dal sindaco Paola Zaccheddu, che consentirà alla struttura di risorgere, seppure con una nuova destinazione. Dalle terre della riforma fondiaria, a quelle del riscatto sociale. Questo è l’intento dell’ amministrazione e sarà possibile grazie all’approvazione di un importante progetto di respiro economico e sociale finanziato dalla regione con 2 milioni e 800 mila euro. Gli interventi riguardano esclusivamente il recupero di beni di proprietà della Regione e nel caso del centro del Sarcidano mirano al restauro proprio di Su Dominariu, oggi di Laore. Lo stabile in questione, diverrà un centro per la promozione di prodotti locali e per l’accoglienza di persone a rischio di emarginazione. (iv.ful.)