casi al sacro cuore, in via lanusei, in via bellini, n via cairoli
Salgono i contagi in classe tra quarantene e proteste
di Enrico Carta
ORISTANO. Il sistema delle scuole traballa. Le positività tra gli alunni e gli insegnanti si moltiplicano e non riguardano più solo le scuole superiori. I guai interessano anche le elementari e la...
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ORISTANO. Il sistema delle scuole traballa. Le positività tra gli alunni e gli insegnanti si moltiplicano e non riguardano più solo le scuole superiori. I guai interessano anche le elementari e la scuole dell’infanzia con diversi genitori che iniziano anche a contestare il sistema del tracciamento e di screening effettuato dall’Ats. Gli ultimi dati non sono positivi, tanto è vero che sono finite in quarantena diverse classi un po’ sparse in tutta la città. Alla scuola dell’infanzia di via Lanusei sono due, la seconda si è aggiunta ieri alla prima. Alla scuola primaria di via Bellini sono addirittura tre su sette per via della positività di un insegnante. Una si conta alla primaria del Sacro Cuore e una alla primaria di Sa Rodia una. Proprio dai genitori di questa classe arrivano le proteste per il modo in cui l’Ats ha deciso di seguire il monitoraggio del contagio.
In via Cairoli, in una quinta, qualche giorno fa è stato registrato un contagio di un alunno di dieci anni, segnalato alle famiglie domenica scorsa. La comunicazione è arrivata dalla dirigente e a quel punto, con la classe in quarantena, è arrivata la richiesta da parte dei genitori affinché i figli venissero sottoposti al tampone. La risposta è stata che solo i bambini con sintomi ne avessero diritto, per gli altri l’unica ricetta è la quarantena.
Il problema è che, come ormai è chiaro a tutti, l’assenza di sintomi non significa che non si possa aver contratto il virus e ciò ha ingenerato preoccupazione tra gli adulti che si ritrovano coi figli in casa senza sapere se siano o meno contagiati. L’Ats ha suggerito di contattare il medico di base solo in presenza di sintomi, ma nel frattempo nessuno degli adulti è stato posto in isolamento, fatto che potrebbe far sfuggire di mano la situazione nel caso in cui il contagio fosse passato dai figli ai genitori senza in assenza di sintomi. Ora si attende l’esito dei tamponi fatti agli insegnanti della stessa classe, sperando che la catena di contagio non si sia estesa, rendendo ora impossibile anche il tracciamento di altre persone.
In via Cairoli, in una quinta, qualche giorno fa è stato registrato un contagio di un alunno di dieci anni, segnalato alle famiglie domenica scorsa. La comunicazione è arrivata dalla dirigente e a quel punto, con la classe in quarantena, è arrivata la richiesta da parte dei genitori affinché i figli venissero sottoposti al tampone. La risposta è stata che solo i bambini con sintomi ne avessero diritto, per gli altri l’unica ricetta è la quarantena.
Il problema è che, come ormai è chiaro a tutti, l’assenza di sintomi non significa che non si possa aver contratto il virus e ciò ha ingenerato preoccupazione tra gli adulti che si ritrovano coi figli in casa senza sapere se siano o meno contagiati. L’Ats ha suggerito di contattare il medico di base solo in presenza di sintomi, ma nel frattempo nessuno degli adulti è stato posto in isolamento, fatto che potrebbe far sfuggire di mano la situazione nel caso in cui il contagio fosse passato dai figli ai genitori senza in assenza di sintomi. Ora si attende l’esito dei tamponi fatti agli insegnanti della stessa classe, sperando che la catena di contagio non si sia estesa, rendendo ora impossibile anche il tracciamento di altre persone.