“io apro oristano”
Le adesione si fermano a 71, salta la protesta delle partite Iva
di Davide Pinna
ORISTANO. L'obiettivo degli organizzatori di “Io apro – Oristano” era quello di raggiungere cento adesioni tra locali e altri esercizi di città e provincia. Si sono fermati a tre quarti del percorso,...
2 MINUTI DI LETTURA
ORISTANO. L'obiettivo degli organizzatori di “Io apro – Oristano” era quello di raggiungere cento adesioni tra locali e altri esercizi di città e provincia. Si sono fermati a tre quarti del percorso, con settantuno adesioni. Numero rispettabile, se si pensa alla difficoltà di mobilitare il mondo delle piccole partite Iva, poco politicizzato e assai frammentato. A incidere, sul mancato raggiungimento dell’obiettivo, soprattutto l’assenza di negozi e palestre. La gran parte degli aderenti erano bar, locali e ristoranti, quasi tutti quelli del centro storico e altri sparsi per il capoluogo a cui si erano aggiunti quelli di vari paesi della provincia: Cabras, Santa Giusta, Terralba, Marrubiu, Arborea, Ghilarza, Abbasanta, Paulilatino, Baratili San Pietro, Riola Sardo, Zeddiani, Solarussa, Siamaggiore, Villa Sant’Antonio e Tresnuraghes.
D’altra parte, non sono di poco conto le sanzioni a cui rischiano di andare incontro coloro che apriranno il loro locale disobbedendo alle norme della zona rossa: 400 euro di sanzione amministrativa, con un massimale di 3mila euro, e fino a cinque giorni di chiusura, che possono crescere in caso di violazioni reiterate. La sanzione pecuniaria, peraltro, avrebbe potuto colpire anche gli eventuali clienti e questo fatto aveva creato molte discussioni all’interno delle chat degli organizzatori. Tuttavia, la mancata nascita della piattaforma oristanese non significa necessariamente che oggi non ci saranno adesioni alla protesta in città. «Alla luce di ciò, ricordiamo che chiunque volesse aderire alla protesta nazionale può appoggiarsi all’associazione “Io apro – Italia”. Vi forniranno tutte le informazioni e il supporto legale necessario» hanno scritto gli organizzatori in un post, che poi è stato cancellato da Facebook.
Resta comunque l’amarezza: «Ci vediamo costretti a rinunciare poiché non siamo abbastanza, solo settantuno attività tra Oristano e provincia hanno deciso di aderire coraggiosamente alla protesta e questo dimostra che ciò che manca è la volontà, la compattezza e la forza di far valere il proprio diritto di lavorare in sicurezza». Qualcuno potrebbe dunque sfidare comunque i divieti e alzare le serrande del proprio locale, ma la portata della protesta è notevolmente diminuita.
D’altra parte, non sono di poco conto le sanzioni a cui rischiano di andare incontro coloro che apriranno il loro locale disobbedendo alle norme della zona rossa: 400 euro di sanzione amministrativa, con un massimale di 3mila euro, e fino a cinque giorni di chiusura, che possono crescere in caso di violazioni reiterate. La sanzione pecuniaria, peraltro, avrebbe potuto colpire anche gli eventuali clienti e questo fatto aveva creato molte discussioni all’interno delle chat degli organizzatori. Tuttavia, la mancata nascita della piattaforma oristanese non significa necessariamente che oggi non ci saranno adesioni alla protesta in città. «Alla luce di ciò, ricordiamo che chiunque volesse aderire alla protesta nazionale può appoggiarsi all’associazione “Io apro – Italia”. Vi forniranno tutte le informazioni e il supporto legale necessario» hanno scritto gli organizzatori in un post, che poi è stato cancellato da Facebook.
Resta comunque l’amarezza: «Ci vediamo costretti a rinunciare poiché non siamo abbastanza, solo settantuno attività tra Oristano e provincia hanno deciso di aderire coraggiosamente alla protesta e questo dimostra che ciò che manca è la volontà, la compattezza e la forza di far valere il proprio diritto di lavorare in sicurezza». Qualcuno potrebbe dunque sfidare comunque i divieti e alzare le serrande del proprio locale, ma la portata della protesta è notevolmente diminuita.