«Potenzieremo l’ospedale ecco i nostri impegni»
di Davide Pinna
Il commissario Steri e il direttore Pili illustrano il programma di rilancio «Ma serve unità di intenti, basta piangerci addosso e lamentarsi di continuo»
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ORSTANO. Un ulivo di speranza. E ne serve tanta per sperare che le drammatiche condizioni della sanità oristanese possano essere invertite in tempi ragionevoli. Ieri una cerimonia che voleva segnare la ripresa dell’impegno dei volontari al San Martino si è trasformata nella prima uscita pubblica dei suoi vertici che hanno confermato il primo, timido tentativo di rilancio dell’ospedale della Provincia.
«Serve l'aiuto di tutti, se ci lamentiamo pubblicamente la gente perde la fiducia per venire in un ospedale che invece funziona, nonostante i problemi» ha affermato il commissario della Assl oristanese Giorgio Steri. «Dobbiamo rimboccarci le maniche, non giocare sulla lamentela e sulla rivendicazione gridata» gli ha fatto eco il direttore sanitario Sergio Pili.
Insomma, un invito ad abbassare i toni, quello dei vertici della sanità oristanese, dopo la manifestazione davanti all'ospedale del comitato cittadino per la salute. L'occasione è stata la cerimonia voluta dall'Associazione Volontari Ospedalieri di Oristano, che ha visto la messa a dimora di un ulivo nei giardini del San Martino per celebrare il ritorno, dopo la pandemia, dei volontari all'interno del nosocomio.
«Questo ritorno ha un significato particolare per noi e questa pianta è un simbolo di vita e ripartenza» ha affermato la presidente dell'Avo Biancamaria Falchi. Poi Steri e Pili hanno tracciato le strategie di rilancio dell'ospedale dei prossimi mesi, parlando in termini di competizione con le altre strutture ospedaliere dell'isola. «Dobbiamo puntare sul prestigio – ha spiegato Pili – questo ospedale è in grado di competere con gli altri perché ci sono professionisti stimati e si punta su giovani in crescita, cosa che non esiste in altri ospedali dove si pensa solo a coprire il turno e tappare i buchi». E ancora: «Da un po' di tempo abbiamo avviato una politica, rafforzatasi con l'arrivo del commissario Steri, volta a ricostruire i reparti puntando sulle professionalità. Abbiamo fatto quello che fanno le imprese e le squadre di calcio, siamo andati in giro a cercare persone capaci e competenti e li abbiamo convinti a venire a Oristano». Quasi una riedizione sanitaria del calciomercato, che fa i conti con la scarsità di medici: «A Oristano manca il 30 per cento del personale, a Bosa il 50 e a Ghilarza il 70» ha affermato Steri. I due hanno poi ribadito gli impegni già annunciati giovedì al sindaco Andrea Lutzu, durante l'incontro con l'assessore Nieddu. Con i nuovi medici in arrivo, si scongiurerà la chiusura di pediatria, si riporterà gradualmente emodinamica a lavorare per 24 ore al giorno, grazie alle collaborazioni con San Gavino e Nuoro ripartiranno gli screening dei malati tumorali, oncoematologia e le operazioni, a rilento con gli anestesisti-rianimatori dimezzati rispetto alle necessità. Inoltre, si ipotizza l'apertura nel 2022 di nuovi reparti: neurologia e oculistica.
«Smaltiremo le liste d'attesa che si sono create in questi mesi e rimetteremo in sesto tutti i reparti, il pronto soccorso non chiuderà grazie all'esternalizzazione di alcuni servizi, ma l'assunzione di nuovi specialisti non sarà facile. Rinvigoriremo Ghilarza e continueremo a mantenere tutte le attività a Bosa, senza bisogno di sostituti in arrivo da Oristano» è la promessa di Sergio Pili. Impegno arduo, ma se baciato dal successo, più che meritevole.
«Serve l'aiuto di tutti, se ci lamentiamo pubblicamente la gente perde la fiducia per venire in un ospedale che invece funziona, nonostante i problemi» ha affermato il commissario della Assl oristanese Giorgio Steri. «Dobbiamo rimboccarci le maniche, non giocare sulla lamentela e sulla rivendicazione gridata» gli ha fatto eco il direttore sanitario Sergio Pili.
Insomma, un invito ad abbassare i toni, quello dei vertici della sanità oristanese, dopo la manifestazione davanti all'ospedale del comitato cittadino per la salute. L'occasione è stata la cerimonia voluta dall'Associazione Volontari Ospedalieri di Oristano, che ha visto la messa a dimora di un ulivo nei giardini del San Martino per celebrare il ritorno, dopo la pandemia, dei volontari all'interno del nosocomio.
«Questo ritorno ha un significato particolare per noi e questa pianta è un simbolo di vita e ripartenza» ha affermato la presidente dell'Avo Biancamaria Falchi. Poi Steri e Pili hanno tracciato le strategie di rilancio dell'ospedale dei prossimi mesi, parlando in termini di competizione con le altre strutture ospedaliere dell'isola. «Dobbiamo puntare sul prestigio – ha spiegato Pili – questo ospedale è in grado di competere con gli altri perché ci sono professionisti stimati e si punta su giovani in crescita, cosa che non esiste in altri ospedali dove si pensa solo a coprire il turno e tappare i buchi». E ancora: «Da un po' di tempo abbiamo avviato una politica, rafforzatasi con l'arrivo del commissario Steri, volta a ricostruire i reparti puntando sulle professionalità. Abbiamo fatto quello che fanno le imprese e le squadre di calcio, siamo andati in giro a cercare persone capaci e competenti e li abbiamo convinti a venire a Oristano». Quasi una riedizione sanitaria del calciomercato, che fa i conti con la scarsità di medici: «A Oristano manca il 30 per cento del personale, a Bosa il 50 e a Ghilarza il 70» ha affermato Steri. I due hanno poi ribadito gli impegni già annunciati giovedì al sindaco Andrea Lutzu, durante l'incontro con l'assessore Nieddu. Con i nuovi medici in arrivo, si scongiurerà la chiusura di pediatria, si riporterà gradualmente emodinamica a lavorare per 24 ore al giorno, grazie alle collaborazioni con San Gavino e Nuoro ripartiranno gli screening dei malati tumorali, oncoematologia e le operazioni, a rilento con gli anestesisti-rianimatori dimezzati rispetto alle necessità. Inoltre, si ipotizza l'apertura nel 2022 di nuovi reparti: neurologia e oculistica.
«Smaltiremo le liste d'attesa che si sono create in questi mesi e rimetteremo in sesto tutti i reparti, il pronto soccorso non chiuderà grazie all'esternalizzazione di alcuni servizi, ma l'assunzione di nuovi specialisti non sarà facile. Rinvigoriremo Ghilarza e continueremo a mantenere tutte le attività a Bosa, senza bisogno di sostituti in arrivo da Oristano» è la promessa di Sergio Pili. Impegno arduo, ma se baciato dal successo, più che meritevole.