Oristano: pullman vecchi e fermi, trasporti al rallentatore
di Enrico Carta
Nelle ultime settimane soppresse diverse corse per i pochi mezzi disponibili I sindacati sollevano il problema sicurezza: un autista intossicato dal monossido
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ORISTANO. Prima il cancello del deposito Arst che cade addosso a un dipendente, poi un autista che finisce in ospedale intossicato dal monossido respirato mentre guidava un pullman. Al secondo campanello di allarme sulla sicurezza nel posto di lavoro, si aggiungono due pesanti note dei sindacati e le proteste degli utenti perché il servizio urbano, nei giorni scorsi, ha funzionato più di una volta a singhiozzo. Alcune corse, in particolare dei mezzi che svolgono il percorso cittadino, sono infatti saltate perché non c’erano pullman disponibili, mentre quelli per le frazioni hanno garantito con più costanza i collegamenti.
A problema, insomma, si aggiunge problema. Quello delle condizioni del deposito di via Copenaghen era stato il primo a essere sollevato. La nota firmata dalle segreterie provinciali di Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uil Trasporti e Faisa Cisal poneva l’accento sulla sicurezza nel posto di lavoro. In realtà è una situazione non nuova e già fatta presente ai vertici locali e regionali dell’Arst, ma di fronte agli ultimi incidenti, per fortuna non troppo seri, i sindacati hanno dovuto nuovamente sollevare l’attenzione sul problema. In sintesi sono state rimarcate le condizioni pessime della recinzione esterna, dove vince la ruggine e i segni di cedimento sono visibili, e quelle dei vari cancelli. A preoccupare sono poi le condizioni della copertura all’ingresso del deposito, le buche e l’illuminazione del piazzale, i bagni fatiscenti e con crepe nei muri, le condizioni precarie e più volte segnalate della biglietteria.
Se questi aspetti sono visibili solamente ai dipendenti dell’Arst, quelli segnalati dai sindacati nella nota del 31 maggio sono riscontrabili anche dagli utenti del servizio pubblico di trasporto. I moduli per le corse non eseguite testimoniano infatti che il numero di pullman è insufficiente – molti sono in riparazione o ormai quasi inservibili – per coprire l’intero arco del servizio e l’intera rete delle corse.
Le segnalazioni degli utenti, oltre che telefoniche e via social, sono anche sul portale sardegnamobilità, quello che raccoglie i pareri di chi l’autobus per il trasporto urbano lo prende con costanza. Ci sono però anche gli autisti a segnalare disservizi, del resto loro sono quelli che sui pullman passano la maggior parte delle ore e raccontano che i sedili sono tutt’altro che comodi e sicuri; che la qualità dell’aria all’interno dell’abitacolo non è come quella che si respira in alta montagna; che d’inverno fa freddo e d’estate caldo perché gli impianti o non funzionano o funzionano male.
Se il trasporto urbano piange, quello extra urbano non ride. Si stanno infatti moltiplicando i casi in cui si è costretti a fermarsi a metà strada, con capi piazzale che sono obbligati a sostituire all’ultimo momento i mezzi precedentemente assegnati. I sindacati rimarcano che, se il servizio sta andando avanti, è semplicemente grazie al senso di responsabilità dei dipendenti dell’Arst. Con l’arrivo della stagione turistica e un maggior numero di utenti, il tracollo potrebbe però essere dietro l’angolo, anche perché il messaggio dei sindacati è chiaro: se l’azienda non dovesse intervenire per sanare la situazione, potrebbero essere intraprese azioni e rivendicazioni ben più pesanti di una lettera con cui si comunicano i disagi e le difficoltà.
A problema, insomma, si aggiunge problema. Quello delle condizioni del deposito di via Copenaghen era stato il primo a essere sollevato. La nota firmata dalle segreterie provinciali di Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uil Trasporti e Faisa Cisal poneva l’accento sulla sicurezza nel posto di lavoro. In realtà è una situazione non nuova e già fatta presente ai vertici locali e regionali dell’Arst, ma di fronte agli ultimi incidenti, per fortuna non troppo seri, i sindacati hanno dovuto nuovamente sollevare l’attenzione sul problema. In sintesi sono state rimarcate le condizioni pessime della recinzione esterna, dove vince la ruggine e i segni di cedimento sono visibili, e quelle dei vari cancelli. A preoccupare sono poi le condizioni della copertura all’ingresso del deposito, le buche e l’illuminazione del piazzale, i bagni fatiscenti e con crepe nei muri, le condizioni precarie e più volte segnalate della biglietteria.
Se questi aspetti sono visibili solamente ai dipendenti dell’Arst, quelli segnalati dai sindacati nella nota del 31 maggio sono riscontrabili anche dagli utenti del servizio pubblico di trasporto. I moduli per le corse non eseguite testimoniano infatti che il numero di pullman è insufficiente – molti sono in riparazione o ormai quasi inservibili – per coprire l’intero arco del servizio e l’intera rete delle corse.
Le segnalazioni degli utenti, oltre che telefoniche e via social, sono anche sul portale sardegnamobilità, quello che raccoglie i pareri di chi l’autobus per il trasporto urbano lo prende con costanza. Ci sono però anche gli autisti a segnalare disservizi, del resto loro sono quelli che sui pullman passano la maggior parte delle ore e raccontano che i sedili sono tutt’altro che comodi e sicuri; che la qualità dell’aria all’interno dell’abitacolo non è come quella che si respira in alta montagna; che d’inverno fa freddo e d’estate caldo perché gli impianti o non funzionano o funzionano male.
Se il trasporto urbano piange, quello extra urbano non ride. Si stanno infatti moltiplicando i casi in cui si è costretti a fermarsi a metà strada, con capi piazzale che sono obbligati a sostituire all’ultimo momento i mezzi precedentemente assegnati. I sindacati rimarcano che, se il servizio sta andando avanti, è semplicemente grazie al senso di responsabilità dei dipendenti dell’Arst. Con l’arrivo della stagione turistica e un maggior numero di utenti, il tracollo potrebbe però essere dietro l’angolo, anche perché il messaggio dei sindacati è chiaro: se l’azienda non dovesse intervenire per sanare la situazione, potrebbero essere intraprese azioni e rivendicazioni ben più pesanti di una lettera con cui si comunicano i disagi e le difficoltà.