Tutti i Giganti saranno a Cabras dalla prossima primavera
Intanto il museo ha accolto Manneddu la nona statua di Mont ’e Prama
Cabras Il nono gigante è tornato a casa. Presto, entro la prossima primavera, come auspica il sindaco Andrea Abis, potrebbero farlo tutti gli altri attualmente ospitati nel Museo archeologico nazionale di Cagliari, per il grande allestimento che sarà realizzato nella nuova ala del museo Marongiu, al momento ancora in fase di realizzazione. Intanto il pugilatore Manneddu, che era stato prelevato dalla collina di Mont ’e Prama con gli scavi del 1979, dopo oltre quarant’anni, in cui è stato prima restaurato e successivamente esposto in diverse mostre nazionali ed estere, ieri mattina ha ritrovato i suoi otto fratelli ed è stato posizionato con loro nella Sala dei giganti.
Per celebrare l’importante evento il Comune e la Fondazione Mont ’e Prama hanno organizzato nel giardino del museo una cerimonia di accoglienza, che ha visto la partecipazione delle autorità civili, religiose e militari e degli alunni di tre classi della scuola secondaria di primo grado (Iª e IIª C e IIIª B), accompagnati dagli insegnanti e dal dirigente Paolo Figus.
Dopo i saluti del presidente della Fondazione, Anthony Muroni, che ha evidenziato «la collaborazione fra l’ente locale, il Ministero e la Regione» e si è detto «fiducioso per lo sviluppo del territorio e della Sardegna intera», ha preso la parola il suo vice noché sindaco di Cabras, Andrea Abis: «È una giornata importante, la tappa di un percorso di progressi. Il ritorno di Manneddu, nome che gli fu dato per la sua stazza, rientra nel progetto più ampio della Fondazione, e va considerato un primo passo verso il completamento del grande allestimento che sarà realizzato nella sala attualmente in costruzione, e che contiamo di realizzare entro la prossima primavera».
Il ritorno dei Giganti, secondo il sindaco, produrrà effetti benefici per tutto l’Oristanese: «Si tratta di un grande progetto che va al di là di Cabras, con una programmazione importante che coinvolgerà tutto il territorio. A iniziare dal Oristano per proseguire con tutti i centri del Sinis, tutti i Comuni potranno inserire nella programmazione non solo le spiagge e le tradizioni, ma anche questo strumento. La nostra amministrazione farà di tutto perché i tempi che ci siamo prefissati siano rispettati».
Sono quindi intervenuti Patricia Olivo, componente del consiglio di amministrazione della Fondazione e Segretaria generale del ministero della Cultura, la Soprintendente archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna, Monica Stochino e il direttore del Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, Francesco Muscolino. «Lavoriamo per fare sistema – ha affermato Monica Stochino – con la creazione di una rete di eccellenze che produrrebbe riflessi sulla crescita economica e sociale del territorio».
L’ultima relazione è stata di Nadia Canu, direttrice della Fondazione Mont ’e Prama, appena insediatasi nella sua funzione, che ha raccontato l’emozione del restauro, avvenuto nel cantiere di Li Punti, a Sassari, fra il 2007 e il 2011: «Le statue di Mont ’e Prama erano divise in 5.178 frammenti, che, in un cantiere aperto al pubblico furono inizialmente ordinati e suddivisi per tipo, per poi procedere al restauro vero e proprio. Il progetto partì da un’idea di Francesco Nicosia, mentre a dirigere il restauro, eseguito da Roberto Nardi e dalla sua équipe, fu la dottoressa Antonietta Boninu. Le visite furono oltre 100mila».
È stato in quell’occasione che Manneddu e i suoi fratelli sono stati battezzati. «Via via che i Giganti venivano ricomposti – ha raccontato – la dottoressa Boninu dava loro dei nomi in base alle caratteristiche fisiche, ai nomi dei santi e a coloro che li avevano scoperti: Panzosu, Longu, Efis, Sisinnio...». Secondo la direttrice i tanti frammenti ritrovati nei successivi scavi, adeguatamente restaurati, potrebbero regalare un buon numero di eredi a Manneddu e agli altri Giganti. «Il primo compito che mi è stato dato nel mio mandato – ha rivelato – è quello di pensare a un grande progetto di restauro e ricerche archeologiche. Lo presenteremo nel 2023».
La mattinata si è conclusa con gli interventi degli alunni della scuola secondaria, che hanno fatto le loro proposte e saranno coinvolti in futuri progetti dalla Fondazione.