La Nuova Sardegna

Oristano

L'inchiesta si ferma

Scomparsa di Marina Castangia a Mogorella, chiesta l’archiviazione per l’ex compagno

di Enrico Carta

	Al centro della foto, Antonino Demelas, durante la perquisizione nella sua casa di Mogorella l'11 giugno 2021
Al centro della foto, Antonino Demelas, durante la perquisizione nella sua casa di Mogorella l'11 giugno 2021

Le indagini non hanno portato prove sufficienti per incriminare Antonino Demelas, il cuoco 70enne era accusato per l’omicidio e l’occultamento del cadavere della donna di Cabras. Resterà comunque in carcere in attesa dei processi per una violenza sessuale su una bambina e per una rapina

16 novembre 2023
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Mogorella Non ci sono prove. Ci sono molti sospetti e solo qualche indizio, ma per la procura non sono elementi sufficienti per portare ulteriormente avanti l’inchiesta. Se non succederanno fatti al momento imprevedibili, la scomparsa di Marina Castangia, la donna di Cabras di 60 anni svanita nel nulla a maggio del 2021, è destinata a rimanere un mistero. Nelle scorse settimane, il pubblico ministero Armando Mammone ha chiesto l’archiviazione del procedimento per omicidio e occultamento di cadavere che aveva un solo indiziato, l’ex compagno di Marina Castangia, Antonino Demelas. Il cuoco 71enne di Mogorella era stato indagato all’indomani della denuncia di scomparsa effettuata da parte dei figli della donna, peraltro avvenuta alcune settimane dopo la sua sparizione.

Gli inquirenti mossero i primi passi ipotizzando da subito di trovarsi di fronte a un omicidio e a un successivo occultamento di cadavere e puntarono subito sul compagno della donna che, l’11 giugno del 2021 subì una lunga perquisizione nella sua casa di Mogorella. Il blitz delle forze dell’ordine non portò però al risultato sperato: nell’abitazione in cui la coppia aveva a lungo convissuto non furono trovate tracce sospette che potessero far pensare a un delitto. Stesso discorso per altre proprietà di cui disponeva Antonino Demelas e, a quel punto, si pensò che potesse aver fatto sparire il cadavere e cancellato ogni segno del possibile omicidio approfittando del vantaggio accumulato tra il momento della scomparse di Marina Castangia e la denuncia della sua sparizione. Fu interrogato a lungo, alla presenza dell’avvocata Monica Masia, ma la sua versione, per quanto ritenuta poco credibile, non fu smentita da elementi che potessero giustificare un ordine di custodia cautelare.

In questi due anni e mezzo, procura e carabinieri hanno continuato a cercare anche il più piccolo indizio, ma si sono dovuti arrendere, ancor più di fronte al fatto che un cadavere non si trovi e che Marina Castangia sia al momento solo una persona scomparsa, sebbene nessuno creda ormai più che possa essere viva. La richiesta di archiviazione ora sarà vagliata dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Oristano che dovrà decidere se accoglierla oppure richiedere nuovi atti d’indagine da parte della procura.

E Antonino Demelas? È in carcere a Lanusei perché, nel bel mezzo dell’inchiesta principale, contro di lui sono state mosse altre due accuse pesantissime che hanno portato all’emissione di un provvedimento di custodia cautelare. Il fatto più grave è quello di una presunta violenza sessuale che avrebbe commesso ai danni di una bambina del paese, reato per il quale è già stato rinviato a giudizio e per il quale è in corso il processo di primo grado sempre al tribunale di Oristano. C’è poi un altro episodio che lo vede coinvolto e per il quale è già in corso il processo, stavolta al tribunale di Cagliari. Antonino Demelas è infatti imputato anche per una rapina commessa in una casa di Selargius il 17 febbraio del 2016 quando quattro uomini fecero irruzione nell’abitazione di Mario Gessa, proprio a Selargius.

Il padrone di casa fu legato, picchiato e imbavagliato. I malviventi si fecero poi consegnare le chiavi della cassaforte da dove avevano sottratto quattro fucili e una pistola regolarmente denunciati dalla vittima. Durante le indagini, sull’anta di un armadio della camera da letto furono individuati due frammenti di impronte digitali riconducibili agli autori della rapina e, nei pressi dell’abitazione, lungo la via di fuga dei malviventi, fu recuperato un guanto in lattice forse perso nella fuga. Le impronte furono associate al nome di Antonino Demelas solo nel 2022 perché, in precedenza, queste non erano ancora presenti nei database delle forze dell’ordine. Lo sono solamente dal giugno 2021, proprio quando fu indagato per l’omicidio e la scomparsa di Marina Castangia.

Di seguito l’intervista ad Antonio Castangia, fratello di Marina:

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