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Oristano

Il contenzioso

Letame a Sa Rodia: la SOE chiede 130mila euro, in Comune è lite a tre fra sindaco e assessori

di Enrico Carta

	Il letame accumulato nei campi della SOE e ora smaltito
Il letame accumulato nei campi della SOE e ora smaltito

La Società Oristanese di Equitazione diffida l’amministrazione: «Deve pagarci le multe, lo smaltimento e i danni di immagine». Il sindaco Massimiliano Sanna e l’assessore Ivano Cuccu si scontrano con l’assessore Antonio Franceschi. Il consigliere Francesco Federico presenta un’interpellanza

12 marzo 2024
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Oristano Diffide legali. Richieste di risarcimento danni per 130mila euro e forse anche di più. Assessori che si affrontano verbalmente e non con parole tenere nelle sale comunali. Il sindaco che finisce nell’occhio del ciclone per “troppa comprensione” verso chi chiede tutti quella cifra al Comune. Che fosse una sporca faccenda lo si era capito dal giorno in cui il Nucleo Operativo Ecologico dei carabinieri si era presentato nell’impianto gestito dalla Società Oristanese di Equitazione a Sa Rodia. Era settembre e all’epoca c’erano cumuli di letame in uno dei campi di pertinenza della SOE – erano lì perché nell’impianto mai era stata costruito il grande contenitore che avrebbe dovuto trasformare in concime il letame –. Da quel momento è stato tutto un rincorrersi di atti, prescrizioni, multe, trattative, imposizioni, operazioni di smaltimento assai costose e molti veleni che hanno attraversato il Comune e riguardato i rapporti con la Soe.

L’ultimo atto è un’interpellanza presentata ieri dal consigliere di Oristano Democratica e Possibile, Francesco Federico e condivisa da tutto il resto del centro sinistra. Non piove dal cielo l’interpellanza, ma è conseguente alla lettera firmata dall’avvocato Andrea D’Andrea in rappresentanza della Società Oristanese di Equitazione che, attraverso il suo presidente Angelo Bresciani, sta chiedendo un maxi risarcimento da 129.989 euro a cui aggiungere poi ulteriori spese.

Quel che il documento politico del centro sinistra lascia intendere è che, ancor prima che la richiesta di risarcimento danni arrivasse sulla scrivania dell’assessore allo Sport, Antonio Franceschi, qualcun altro all’interno del Comune avesse avvallato l’intesa tacita tra l’amministrazione e la SOE. A lasciare il sospetto è un inciso in cui si dice: «nella preoccupante anomalia della presunta diffida e richiesta di indennizzo e al contempo nella certezza che non vi sia stato alcun accordo pregresso alla stessa». Per chi è esperto di linguaggio politico si sta instillando il dubbio che dietro quella frase in cui si parla di «accordo pregresso» ci sia stato un patto stretto da qualcuno, prima ancora che la lettera dell’avvocato arrivasse in Comune.

Se davvero fosse andata così il caso politico sarebbe molto scivoloso per il sindaco Massimiliano Sanna. In realtà, nelle sale del municipio è già esploso qualcosa di più rumoroso di uno schiocco di dita. Anzi, è uno scoppio per lo meno di un grosso petardo. La voce che ci sarebbe stata una furiosa lite è uscita dalle sale della giunta. Lo scontro ha visto come protagonisti il primo cittadino e l’assessore al Patrimonio, Ivano Cuccu, schierati contro l’assessore allo Sport Antonio Franceschi, il quale assai poco avrebbe gradito il fatto che la diffida legale sia finita sulla sua scrivania senza essere stato informato né invitato a colloqui avvenuti nei giorni precedenti tra Massimiliano Sanna e i vertici della SOE.

Ora resta da capire se le acque si calmeranno oppure se l’interpellanza avrà l’effetto di agitarle ancor di più. E soprattutto si vedrà se il Comune è disposto ad alzare bandiera bianca e riconoscere alla SOE i 130mila euro senza colpo ferire, non provando a sua volta a opporsi legalmente. La lettera della Società Oristanese di Equitazione non lascia certo spazio a dubbi. La cifra richiesta è stata quantificata sulla base di una serie di spese già effettuate e su un danno di immagine che invece è stato quantificato in autonomia. Ci sono spese per il mancato introito della vendita del letame trasformato in concime, ci sono costi per avviare le pratiche di smaltimento, ci sono soprattutto i 56mila euro spesi per il trasporto del letame in un altro sito e i 26mila euro che ben quattro presidenti che si sono succeduti alla guida della SOE in questi anni si sono ritrovati a pagare quale multa per non aver smaltito o trattato il letame. A raggiungere i 130mila euro si fa in fretta se si sommano i danni di immagine che la prestigiosa società avrebbe subito e che non sono ritenuti inferiori a 40mila euro.

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