Santu Lussurgiu, nei luoghi del Grande Rogo testate nuove e modernissime tecnologie per scovare i primi attimi degli incendi
Iniziativa di Medsea con Vodafone Business, Extreme E e Dryer
Santu Lussurgiu Grazie alla tecnologia, la prevenzione degli incendi in Sardegna può fare passi avanti. Ha dato esito positivo il primo test effettuato nelle foreste di San Leonardo, a Santu Lussurgiu, mediante l'utilizzo di sensori di rilevamento. Con uno scambio di informazioni e conferme tra i vari dispositivi, comunicanti con un gateway di raccolta, diversi e ripetuti allarmi sono stati inviati in poche decine di minuti. Lo comunica la Fondazione Medsea, che ha svolto funzione di coordinamento. I sensori sono stati sviluppati dalla compagnia tedesca Dryad e montano la tecnologia IoT (Internet of Things), sviluppata e donata nel 2022 dalla divisione Vodafone Business, in collaborazione con Extreme E.
Negli ultimi mesi i sensori sono stati posizionati da Medsea, con la supervisione di Vodafone Business, a non oltre 100 metri l'uno dall'altro, coprendo un'area complessiva alcuni ettari di foresta. Questi dispositivi, alimentati da pannelli solari, non sono sensori di fumo, ma sono dotati di una tecnologia che è in grado di rilevare una vasta gamma di cambiamenti ambientali, dal calore all'umidità, dal vapore alla temperatura. Collegati a un sensore Tree Growth Monitor sviluppato da Vodafone Business e installato nella stessa zona, riescono ad aumentare la precisione del rilevamento dei dati sull'area. Per verificare la prontezza e l'efficacia del rilevamento dei dati, il sistema è stato testato in condizioni reali in situazione climatiche ideali. La prova è stata anche l'occasione per sviluppare un sistema di collaborazioni: sul posto erano infatti presenti Carlo Poddi, dottore forestale di Medsea, il team specializzato dell'unità Vodafone Business, composto da Graham Arnott e Reuben Kingsland, il rappresentante di Dryad, Georg Bassenge, la direzione generale della Protezione civile regionale, con la referente Daniela Pani, il sindaco di Santu Lussurgiu Diego Loi e la vice sindaca Francesca Citroni, alcuni volontari del corpo forestale e di vigilanza ambientali e i barracelli.
«Abbiamo creato dei piccoli fuochi in varie zone della foresta - spiega Poddi - e registrato la reattività dei sensori. Sono posti a 3-5 metri e hanno il vantaggio di una reattività accentuata». La Protezione civile ha mandato in volo i suoi droni, ed è stato testato un rilevamento incrociato sensori-droni. «Si tratta di attività – afferma Daniela Pani – svolte in un'area ristretta. Ma la tecnologia è bellissima, e visti i riscontri non sarebbe male poter adoperare in futuro i sensori anche in altre zone. Tramite l'uso incrociato dei droni con i sensori abbiamo potuto raccogliere dati importanti. Da tre anni a questa parte siamo ospiti privilegiati di Extreme E e la loro area scientifica – spiega Daneila Pani – con cui ci siamo conosciuti in seguito al "Big fire" del Montiferru. I sensori di Dryad sfruttano l'intelligenza artificiale e hanno vari pregi, fra cui quella di essere pressoché invisibili e di rilevare con grande sensibilità i parametri fondamentali per il calcolo dell'innesco».