La Nuova Sardegna

Oristano

Il processo

Per l’accusa ci fu estorsione, chiesta la condanna di Cristian Cocco

di Enrico Carta

	L'ex inviato di Striscia la notizia Cristian Cocco
L'ex inviato di Striscia la notizia Cristian Cocco

L’ex inviato sardo di Striscia la notizia accusato di aver obbligato due collaboratori a farsi versare la metà dei loro compensi. Il pubblico ministero sollecita una pena di tre anni e quattro mesi. Il 25 settembre parola alla difesa

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Oristano Per il pubblico ministero Andrea Chelo è tutto vero e l’ex inviato di Striscia la notizia, Cristian Cocco, è da condannare. Le accuse, che gli vengono mosse dai suoi collaboratori del periodo in cui si occupava dei servizi dalla Sardegna per conto del tg satirico di Canale 5, avrebbero trovato riscontro nel processo che vede lo showman oristanese imputato per estorsione, per il quale è stata chiesta una pena di tre anni e quattro mesi a cui vanno aggiunti 700 euro di multa. Il 25 settembre sarà l’avvocata Cristina Puddu a sparare i propri colpi in quella che dovrebbe essere l’udienza conclusiva di un processo che ormai volge al termine.

Per ora la difesa non ha avuto modo di giocare le proprie carte, mentre l’accusa ha concluso tutto il suo excursus sulla vicenda iniziata quando Noris Antonio Massimo Aversano (50 anni) e Krisztina Henriette Papp (48 anni), il primo di origini toscane e la seconda di origini romene, ma entrambi residenti a Orosei, sporsero denuncia accusando Cristian Cocco di aver preteso almeno 62mila euro. Per il pubblico ministero era circa la metà dei compensi che una delle società collegate a Mediaset aveva pagato ai due ex collaboratori che lo aiutavano a gestire le riprese e gli aspetti tecnici dei servizi preparati tra il 2014 e il 2018.

L’inviato di Striscia la notizia avrebbe preteso quei soldi facendosi forte del proprio ruolo e minacciando ai due un futuro nerissimo se non avessero fatto fronte alle sue richiesta. Avrebbe infatti palesato loro la possibilità di stroncare ogni velleità di carriera o addirittura di escluderli dalla collaborazione per la trasmissione. Sempre secondo la pubblica accusa, ciò sarebbe provato da una serie di movimenti di denaro riscontrabili attraverso movimenti bancari o attraverso pagamenti compiuti tramite carte ricaricabili. Sarebbero sospetti anche i tempi in cui tali versamenti avvenivano, perché tutti sarebbero stati effettuati nel periodo immediatamente successivo a quello in cui la società legata a Mediaset pagava i due collaboratori. Il contratto pon on avrebbe previsto dei pagamenti extra che Cristian Cocco avrebbe giustificato come compensi per la sua direzione artistica. Sarebbe stato invece uno stratagemma frutto dei problemi economici che l’ex inviato di Striscia la notizia avrebbe avuto a quel tempo con l’erario.

Chiusa l’udienza in cui ha trovato spazio solo l’accusa, si attende ora l’arringa difensiva che si può ben prevedere che arriverà a conclusioni opposte. La difesa non ha mai negato i passaggi di denaro, ma allo stesso tempo ritiene che non ci siano prove che quei soldi siano il frutto di un’estorsione. Per ora si gioca a carte coperte, il 25 settembre tutto sarà più chiaro.

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