Assunzioni pilotate alla Assl di Oristano. Contini: «Ma io non ricordo»
Processo Ippocrate, tensione in aula: sentito l’ex segretario dell’azienda sanitaria
Oristano «Se esce fuori questo scandalo ci facciamo una figura di... ». Maria Giovanna Porcu nel 2017 non era più commissario straordinario della Assl di Oristano, ma tra i suoi riferimenti all’interno dell’Azienda sanitaria continuava ad esserci il suo ex segretario, Vincenzo Contini. All’udienza del processo scaturito dall’inchiesta “Ippocrate” sulle presunte assunzioni pilotate alla Assl di Oristano, sono andate nuovamente di scena le intercettazioni telefoniche. A leggerne alcune, relative alle telefonate tra Porcu e Contini, è stato il pm Armando Mammone.
Vincenzo Contini, sentito ieri come testimone, ha più di una volta risposto di non ricordare per quale motivo l’ex commissaria lo chiamasse. È durante una delle tante telefonate intercorse tra l’ex commissaria e l’ex segretario che Maria Giovanna Porcu avrebbe usato l’espressione colorita commentando così la richiesta all’azienda sanitaria da parte della commissione d’inchiesta del Consiglio regionale di fornire gli elenchi con i nominativi degli assunti tramite le agenzie interinali. La Commissione ipotizzava infatti che attraverso quegli elenchi si sarebbe avuta la conferma dei sospetti che la maggior parte degli assunti provenisse dal Marghine e dalla Planargia.
Come è noto Porcu, che all’epoca della commissione d’inchiesta guidava l’azienda, negò gli elenchi opponendo motivi di privacy. Non fu quello l’unico argomento dei colloqui telefonici al centro dell’udienza davanti ai giudici del collegio (presidente Carla Altieri, a latere Elisa Marras e Serena Corrias). Sempre attraverso le intercettazioni emerge come l’ex commissaria chiamasse il suo ex segretario non solo per ricordare i tempi del lavoro svolto insieme, ma anche per avere informazioni sulle assunzioni alla Asl.
È lei che si lamenta del fatto che l’azienda non prenda personale per le sostituzioni, che fa qualche nome, che chiede a Contini di informarsi : «Chiedi a Piras, lui è più disponibile e capisce tutto al volo» dice, suggerendo di rivolgersi a Mario Piras, l’allora dirigente delle professioni sanitarie infermieristiche. La lettura delle intercettazioni non è servita più di tanto a rinfrescare la memoria di Contini, tanto che all’ennesimo “non ricordo” la presidente del Collegio, Carla Altieri, lo ha richiamato ai suoi doveri di testimone, ricordandogli che «non rispondere è un reato di falsa testimonianza». La deposizione è andata avanti con la ricostruzione delle modalità per la nomina dei commissari di concorso e infine con le domande della difesa, in particolare, l’avvocato Roberto Olla che insieme al collega Guido Manca Bitti difende l’ex primario di Ostetricia dell’ospedale San Martino, Antonio Onorato Succu, ha chiesto al testimone se sapesse a quale partito apparteneva il suo assistito. Contini ha risposto di non saperlo. Succu, che è uno dei principali accusati in questo processo con 13 imputati, secondo le accuse, sarebbe il vero faro del presunto sistema di favoritismi e concorsi truccati.
All’epoca era uno dei rappresentanti di maggior spicco del Partito dei sardi. Secondo i pm titolari dell’inchiesta, Armando Mammone e Marco De Crescenzo, proprio il Pds in quel periodo aveva un ruolo determinante nella gestione della Asl . Così ieri a deporre come testimoni della difesa sono stati due fondatori del partito: Pierfrancesco Devias (attuale leader di Liberu) e Mario Uras. Rispondendo alle domande dell’avvocato Pier Luigi Meloni che difende l’ex consigliere regionale Augusto Cherchi, ex direttore della struttura complessa di anestesia e rianimazione, i due politici hanno ricostruito la storia del partito dalla sua fondazione. Devias ha spiegato che Cherchi era il punto di riferimento del partito nell’Oristanese. Ha anche ricordato come l’unica partecipazione del Pds alle elezioni comunali fu a Oristano nel 2017, con una lista civica e indipendentista che candidava al ruolo di sindaco Vincenzo Pecoraro. I due politici hanno ricordato come il partito nacque nel 2014 ma che solo dopo il congresso del dicembre 2017 si dette una struttura più complessa con un’organizzazione anche a livello di province e Comuni. Un dato importante secondo l’avvocato Aldo Luchi che difende Gianni Piras. Luchi ha spiegato come la ricostruzione della storia del Pds dimostrerebbe l’infondatezza di quanto sostiene l’accusa, ovvero che Piras apparteneva al partito già nel 2016. Dato, questo, che la Guardia di finanza avrebbe ricavato attraverso la lettura di uno dei documenti sequestrati in casa di Augusto Cherchi: l’elenco dove tra gli altri nomi c’era quello di Piras, con registrato un versamento di 20 euro. Il pagamento di una tessera di iscrizione? Impossibile secondo l’avvocato: solo l’anno dopo, infatti, ci sarebbe stato il congresso.