La Nuova Sardegna

Oristano

L’indagine

Tre arresti per la rapina all’ufficio postale di Ollastra

di Enrico Carta
Tre arresti per la rapina all’ufficio postale di Ollastra

Operazione dei carabinieri: due sono in carcere, il terzo complice ai domiciliari. Il colpo messo a segno l’11 dicembre 2023 aveva fruttato 34mila euro. I fermati sono tutti della provincia di Oristano

06 luglio 2024
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Ollastra Prima la rapina, poi la fuga con il cambio di vestiti per cercare di sviare qualsiasi attenzione su di loro. Avevano anche fatto finta di non conoscersi, ma tutti questi stratagemmi non sono bastati per ingannare i carabinieri che, a seguito di un provvedimento di custodia cautelare del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Oristano, hanno arrestato tre persone nell’ambito dell’indagine sull’assalto armato commesso all’ufficio postale di Ollastra lo scorso 11 dicembre 2023, colpo che fruttò ai banditi un bottino di 34mila euro. Due componenti della banda sono finiti dritti in carcere, il terzo è ai domiciliari sebbene tutti abbiano le medesime accuse ovvero quelle di rapina e di porto illegale di arma da fuoco. Per il momento non sono state fornite indicazioni sulla loro generalità, se non che sono tutti residenti in provincia di Oristano e che già in passato erano incappati in guai con la giustizia.

L’operazione è scattata nel pomeriggio di ieri, venerdì 5 luglio, e ha visto impegnati i militari del Nucleo Investigativo Provinciale di Oristano e della Compagnia di Oristano, coadiuvati dai carabinieri del comando provinciale di Sassari, Unità dello Squadrone eliportato dei Cacciatori di Sardegna e di un Elicottero dell’11° Nucleo elicotteri carabinieri di Cagliari- Elmas, il tutto sotto il coordinamento della procura della Repubblica di Oristano. L’indagine era partita sin dagli istanti successivi alla rapina, durante la quale una dipendente di Poste Italiane era stata immobilizzata mentre stava completando le operazioni di chiusura dell’ufficio. Due rapinatori armati – avevano con sé una pistola –  le avevano intimato di consegnare loro i soldi e, una volta messo nel sacco il bottino, le avevano strappato il telefono cellulare, così da impedirle di dare l’allarme immediatamente.

Doveva essere il modo per guadagnare tempo e mettersi al sicuro dopo essere andati via dall’ufficio con i 34mila euro in contanti, ma nemmeno questo è servito. Le concitate fasi dopo la rapina avevano visto i malviventi lasciare il paese su una macchina che li attendeva parcheggiata poco distante, dove alla guida c’era il terzo complice. Poi, di loro sembravano essersi perse le tracce. In realtà, i carabinieri avevano avviato una capillare indagine, portata avanti sia con metodi tradizionali, attraverso informazioni carpite nel territorio, sequestri, perquisizioni, controlli a tappeto e raccolta di testimonianze sia con il supporto della tecnologia. I militari avevano infatti esaminato a lungo i filmati di varie telecamere di videosorveglianza pubblica ed è stato grazie all’incrocio di tutti questi elementi che si è potuta ricostruire l’intera azione dei rapinatori.

Il particolare più significativo era stato quello del cambio di vestiti messo in pratica durante la fuga, così da distogliere l’attenzione nel caso in cui l’auto fosse stata fermata in uno dei vari posti di blocco che erano stati attivati immediatamente dopo il colpo. Le forze dell’ordine avrebbero cercato delle persone abbigliate in un determinato modo e non altre con indosso indumenti diversi rispetto a quelli con cui erano stati visti i banditi. Questi ultimi avevano poi spento i telefoni prima e dopo il colpo, così da non essere agganciati dalla cella e quindi da non risultare presenti a Ollastra. Per diverso tempo hanno poi fatto finta di non conoscersi e, per evitare di essere visti assieme e quindi di essere associati alla banda che aveva commesso la rapina, avevano addirittura fatto finta di non frequentarsi, ricorrendo a incontri segreti.

Non è bastato perché alla fine gli inquirenti sono arrivati là dove si erano prefissati e i malviventi sono stati raggiunti dal provvedimento cautelare. L’operazione di venerdì non si è conclusa con i tre arresti, ma ha avuto una più ampia coda con i carabinieri che hanno effettuato alcune perquisizioni in case e luoghi frequentati dalla banda dei tre. Sono state operazioni che mirano ad accertare ulteriori legami criminali e l’esatta consistenza del gruppo che ha agito. Del resto, la rapina aveva destato grande preoccupazione nel paese e nei dintorni, dove si temeva il ripetersi di analoghi e ulteriori fatti violenti. Le indagini infatti hanno ricostruito le dinamiche interne al gruppo, arrivando a individuare chi dei tre fosse il leader e la mente pensante, il quale non sembra certo un improvvisato vista la sua abilità nell’agire e il fatto che abbia varie conoscenze negli ambienti criminali della provincia di Oristano, tra i quali riesce a muoversi con particolare autorevolezza. Ora le indagini proseguiranno anche per ricostruire nel dettaglio le fasi precedenti l’organizzazione della rapina ed eventuali collegamenti della banda con altri episodi criminali.

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