La Nuova Sardegna

Oristano

L’indagine e il processo

Bambina fotografata nuda a Cabras, condannato e arrestato un pensionato


	Una pattuglia della polizia di Stato
Una pattuglia della polizia di Stato

Quattro anni e mezzo per abusi sessuali. A scoprire il fatto i genitori a cui la piccola aveva raccontato dello strano gesto compiuto dall’amico di famiglia

14 luglio 2024
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Cabras Spogliata e fotografata nuda. Una parte del caso resterà nascosta per sempre nel telefonino mai ritrovato dove si pensa fossero custodite le immagini incriminate. Altri elementi sono stati però sufficienti per convincere i giudici che l’imputato era colpevole di abuso sessuale nei confronti di una bambina che frequentava la scuola primaria. Qualche settimana fa, a metà maggio, una pattuglia della Squadra mobile della polizia di Stato, in seguito alla sentenza di condanna a quattro anni e mezzo, è arrivata a casa dell’imputato 75enne e l’ha portato in carcere (non indichiamo il nome dell’arrestato per tutelare l’identità della vittima altrimenti riconoscibile, ndr). Sinora, nonostante la storia sia vecchia di tre anni e sebbene fosse stata richiesta la misura cautelare nel momento in cui era stato denunciato, il pensionato era sempre rimasto libero. Poi è arrivata la decisione del tribunale di Oristano che ha cambiato le cose, con i magistrati giudicanti che hanno deciso che dovesse immediatamente essere esecutivo l’arresto.

Tutto era iniziato qualche tempo fa. Le famiglie dell’imputato e quella della piccola vittima avevano delle frequentazioni alquanto amichevoli. I genitori della bimba si fidavano e così capitò che il 75enne sarebbe rimasto da solo con lei e sarebbe stato in una di quelle occasioni che l’avrebbe fatta spogliare e le avrebbe scattato una foto che poi avrebbe custodito nel suo telefonino. La piccola, senza aver minimamente capito la gravità di quell’atto, raccontò tutto ai genitori che, a quel punto, decisero di denunciare colui che credevano amico. Non solo, perché il padre della bimba, non volendo attendere i tempi della giustizia, ebbe uno scontro fisico con il 75enne che nel frattempo era finito sotto indagine.

Gli investigatori della Squadra mobile, coordinati dal dirigente Samuele Cabizzosu, erano quindi andati alla ricerca di indizi nella sua casa, ma, nel momento in cui avevano effettuato una perquisizione per cercare il telefonino, era stato loro risposto che era stato smarrito in un supermercato a Oristano e mai più ritrovato. In compenso, sempre nella stessa abitazione, era stata ritrovata una vecchia pistola appartenuta a un parente della moglie dell’indagato e non regolarmente detenuta, motivo per cui era scattata un’altra denuncia nei confronti della donna. Per l’abuso sessuale mancava invece la prova regina ovvero le foto, ma pezzo dopo pezzo l’indagine ha ricostruito tutti i particolari della vicenda attraverso altri elementi, soprattutto grazie alle testimonianze dei genitori della bimba e alle audizioni protette della stessa vittima con le quali gli specialisti hanno sviscerato ogni dettaglio dell’episodio, ritenendo veritiero quanto raccontato dalla minore. A quel punto si è aperto il processo che ha portato alla condanna e all’arresto dell’imputato al quale non è bastato negare il tutto. (red.or.)

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