La Nuova Sardegna

Oristano

La disputa

Ponte sul Tirso, scontro totale tra Comune e Provincia di Oristano

di Enrico Carta

	La polizia locale interviene dopo il tamponamento sul ponte di Brabau su cui si riversa la gran parte del traffico in uscita da Oristano ora che il ponte sul Tirso è chiuso
La polizia locale interviene dopo il tamponamento sul ponte di Brabau su cui si riversa la gran parte del traffico in uscita da Oristano ora che il ponte sul Tirso è chiuso

Dopo la dura comunicazione dell’amministratore straordinario, arriva la ricostruzione della vicenda fatta dal comandante della polizia locale, Gianni Uras: «Nessun confronto, siamo stati avvisati quando già stavano mettendo la segnaletica»

25 luglio 2024
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Oristano Ponte Tirso, lavori e viabilità in tilt: il labirinto delle repliche e controrepliche rischia di diventare inestricabile. Passano infatti appena due ore e la ricostruzione dell’amministratore straordinario della Provincia, Massimo Torrente, sbatte contro la ricostruzione della vicenda fatta invece dal comandante della polizia locale di Oristano, Gianni Uras. La mattinata di oggi (giovedì 25 luglio), a proposito di traffico, è quindi un ingorgo di comunicazioni che si susseguono a ritmo ancora più rapido di quanto fosse avvenuto nei giorni scorsi, quando il botta e risposta tra i due enti, che si rimpallano responsabilità di vario tipo sul disagio a cui la città sta andando incontro, dava per lo meno una notte di tregua.

Non oggi. Alle 11.12, la posta elettronica delle redazioni delle testate giornalistiche locali riceve infatti la comunicazione dell’amministratore straordinario della Provincia, con un chiaro rimbrotto al Comune e una censura netta verso le esternazioni fatte in questi giorni dal sindaco Massimiliano Sanna e dall’assessore alla Viabilità, Ivano Cuccu. Da via Enrico Carboni la notizia rimbalza immediatamente in piazza Eleonora, dove sindaco e assessore non la prendono benissimo. Non replicano, ma l’aria che tira non è delle migliori. Chi è passato nei corridoi di palazzo Campus Colonna, sede della giunta ha potuto cogliere il malumore e le divergenze rispetto alla versione di Massimo Torrente. Per il primo cittadino, a differenza di quanto sostiene l’amministratore straordinario della Provincia, la questione non può essere ridotta a un mero confronto tra tecnici: quando ci sono disagi che coinvolgono centinaia o migliaia di persone, diventa un fatto politico in cui gli amministratori devono avere voce in capitolo. Ma oltre questo aspetto, è il resoconto dei momenti che hanno preceduto la chiusura del ponte Tirso in uscita dalla città a essere completamente differente.

In questo caso sindaco e assessore lasciano però la scena al comandante della polizia locale, Gianni Uras, a sua volta chiamato in causa dall’amministratore della Provincia. C’era lui quando tutto è iniziato ed è lui a ricostruire quelle fasi: «Siamo stati contattati quando la decisione di chiudere il ponte era già stata presa dalla Provincia. Il tecnico ci ha detto che dovevano procedere immediatamente. Non ci sono state comunicazioni precedenti né tanto meno tavoli di confronto». Qui la questione assume anche contorni grotteschi perché l’appuntamento sarebbe stato dato non in una sede istituzionale, ma direttamente a poche decine di metri dal luogo in cui stava per essere aperto il cantiere, per l’esattezza nello spiazzo del distributore di carburante di via Cagliari.

È lì, sotto il sole cocente, che si sono ritrovati il comandante dei vigili, l’assessore Cuccu, l’ingegnere del Comune Gianluigi Porcu, l’ingegnere responsabile del cantiere per conto della Provincia e il responsabile della ditta che sta eseguendo i lavori il quale stava già posizionando la segnaletica. «Ci hanno comunicato che avrebbero chiuso il ponte e noi abbiamo espresso tutte le nostre perplessità – prosegue Gianni Uras –. Abbiamo palesato il nostro disappunto perché ritenevamo che questo fosse un periodo molto delicato per chiudere il ponte in uscita e abbiamo chiesto che il lavoro venisse posticipato a metà settembre». La risposta è stata un no secco, motivato dalle ormai arcinote questioni di sicurezza e, a quel punto, il Comune non ha potuto fare strenua opposizione.

Poi è iniziata la discussione sulla possibilità di vietare il parcheggio delle auto all’ingresso del centro commerciale Porta Nuova così da consentire al traffico di defluire ed evitare che le macchine arrivassero sino all’imbocco del ponte ormai chiuso e fossero quindi costrette a fare marcia indietro con una manovra non proprio ortodossa. Il Comune inizialmente ha detto no, «ma non l’abbiamo fatto perché volevamo mettere in difficoltà la Provincia, come se fosse una sorta di ripicca – conclude Gianni Uras –. Ci siamo semplicemente presi una giornata per verificare se sarebbe stato possibile gestire la viabilità consentendo comunque il parcheggio nell’area del centro commerciale. Abbiamo tenuto una pattuglia costantemente all’ingresso del ponte e ci siamo resi conto che era necessario procedere con la chiusura dei parcheggi, consentendo quel passaggio come sfogo per il traffico che dal ponte doveva essere dirottato verso Silì. Il giorno dopo i parcheggi erano infatti chiusi e le auto sono passate da lì».

Poi la discussione tra i due enti è continuata con la prospettazione di ulteriori soluzioni, ma non c’è stato modo di trovare alternative, per cui tutto il traffico è stato indirizzato verso Brabau o verso Silì senza possibilità di utilizzare il ponte sul Tirso. «Sono decisioni che spettavano alla Provincia – conclude il comandante Gianni Uras –. È innegabile che ci siano dei problemi cui la città sta andando incontro ed è altrettanto innegabile che fossero facilmente prevedibili. Aumentando la quantità di veicoli sul ponte di Brabau, il rischio che al primo tamponamento si bloccasse il traffico era palese. Ed è quello che è accaduto. Poi c’è il problema dei turisti che non hanno certo conoscenza perfetta della viabilità cittadina e che non hanno indicazioni e segnaletica chiare sui percorsi alternativi che devono fare».

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