Detenzione di cocaina, arrestato a Simaxis Davide Desogus
Il 19 dicembre 2023 era stato vittima di un tentato omicidio proprio per questioni di debiti legati al mondo dello spaccio. L’indagine dei carabinieri ha smascherato il movente: si era disfatto di due chili di stupefacente per sfuggire all’agguato
Simaxis Da vittima a indagato. Il 26 luglio scorso, i carabinieri del Nucleo investigativo e della Compagnia di Oristano, coadiuvati da unità dello Squadrone eliportato dei Cacciatori di Sardegna, e del Nucleo carabinieri cinofili, anti esplosivo e antidroga di Cagliari hanno arrestato il 28enne Davide Desogus che era stato gambizzato al termine di un episodio che aveva portato in carcere altre due persone. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, era stato vittima di un agguato il 19 dicembre scorso per una questione di debiti legati allo spaccio di droga ed è proprio la detenzione di due chili di cocaina, una parte della quale era stata persa durante la sparatoria, che gli viene contestata e che ha portato al suo arresto.
Sono stati mesi intensi di un’indagine che era partita dal gravissimo episodio che aveva suscitato grande preoccupazione per la sicurezza pubblica. Si temeva che si potesse avviare un’escalation di atti violenti, per cui gli inquirenti coordinati dalla procura della Repubblica si erano messi al lavoro con grandissimo scrupolo. Davide Desogus era stato raggiunto da una fucilata a pallini esplosa a distanza ravvicinata all’altezza delle ginocchia. Il bersaglio non era una persona sconosciuta per le forze dell’ordine, perché il ragazzo era stato coinvolto tra il 2020 e il 2021 in alcune inchieste per spaccio di droga ed era finito anche in carcere nell’ambito dell’operazione Big Money. Il 18 dicembre 2023, poco dopo le 21, si trovava in una stradina del paese vicino all’ecocentro, cosa che aveva fatto nascere dei sospetti su un possibile appuntamento concordato. Le persone che stava aspettando si erano però presentate con un fucile, probabilmente per regolare un vecchio conto in sospeso in cui ballavano molti soldi.
Dopo l’agguato fu portato in ospedale e sottoposto a un intervento chirurgico che gli ha consentito di recuperare gran parte della funzionalità della gamba. I carabinieri partirono quindi da questi elementi considerando che chi sparò da distanza ravvicinata voleva probabilmente lanciare un pesante avvertimento a Davide Desogus e forse non ucciderlo, altrimenti avrebbe sollevato di pochi gradi la canna del fucile. A rendere più credibile il fatto che dietro l’episodio ci fossero oscure vicende legate al mondo della droga era il fatto che, nella precedente inchiesta del 2021, a casa del giovane furono trovati 40mila euro in contanti. L’inchiesta Big Money si chiuse con la condanna di Davide Desogus, in primo grado, a quattro anni e sei mesi con una riduzione sensibile nei successivi gradi di giudizio.
Il giovane non aveva voluto o saputo dare spiegazioni su chi potesse avercela con lui, ma i carabinieri avevano imboccato subito la pista giusta ed erano arrivati a individuare i presunti responsabili. Francesco Nicolò Mascia, 27 anni di Uras, e Stefano Corrias, 37 anni di Villanova Tulo, finirono in carcere, su provvedimento della giudice Federica Fulgheri che accolse la richiesta del pubblico ministero Sara Ghiani, a metà dello scorso maggio con l’accusa di tentato omicidio, rapina aggravata, traffico di sostanze stupefacenti, porto abusivo di armi da sparo e lesioni gravissime. Il capitolo però non era ancora chiuso e l’indagine è andata avanti, proprio perché il movente era da ricondursi a un altro probabile reato.
I carabinieri hanno insistito sino ad accertare che Davide Desogus era il reale detentore dei due chili di cocaina che avrebbe dovuto cedere, dietro pagamento, ai suoi aggressori. Questi ultimi riuscirono comunque ad appropriarsi di un chilo dello stupefacente che era andato perso durante il regolamento di conti, mentre l’altro chilo era già stato ritrovato e sequestrato dai militari dell’Arma durante le immediate indagini, i sopralluoghi e i rilievi tecnici avviati sul luogo della sparatoria. Come se ciò non bastasse, Davide Desogus, che era già sottoposto alla misura cautelare dei domiciliari con braccialetto elettronico, dovrà affrontare ulteriori guai. Sempre secondo gli inquirenti, aveva con sé una pistola che non avrebbe tenuto in tasca durante l’aggressione del 18 dicembre: l’avrebbe infatti usata sparando per rispondere a Francesco Nicolò Mascia e a Stefano Corrias e colpendo il lunotto dell’auto degli aggressori in fuga, senza però ferirli. Nel corso dell’operazione i militari hanno svolto anche delle perquisizioni che hanno permesso il rinvenimento di una rilevante quantità di sostanza stupefacente del tipo cannabis, bilancini di precisione e materiale vario per il confezionamento nonché un grosso petardo ad alto potenziale esplosivo.