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Guerra di logoramento in Comune a Oristano, il sindaco è di nuovo in bilico

di Enrico Carta

	Consiglieri, assessori e rappresentanti dei partiti di centro destra improvvisano una riunione al termine del consiglio comunale di lunedì
Consiglieri, assessori e rappresentanti dei partiti di centro destra improvvisano una riunione al termine del consiglio comunale di lunedì

Braccio di ferro tra Forza Italia e gli altri quattro partiti di cento destra. Oggi si torna in aula e il Piano di assetto idrogeologico verrà votato, ma potrebbe esserci un boicotaggio del vertice di maggioranza in programma venerdì

30 luglio 2024
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Oristano L’estate è tempo di grigliate. La maggioranza ha di nuovo tirato fuori la graticola sulla quale potrebbe finire arrostito a fuoco lento il sindaco Massimiliano Sanna oppure potrebbe bruciarsi Forza Italia, partito che ha fatto emergere tutti i malumori sugli attuali equilibri nella maggioranza, o ancora dove potrebbe diventare cenere l’intera coalizione che guida il Comune. Oggi c’è la nuova seduta del Consiglio che voterà il nuovo Piano di assetto idrogeologico senza problemi. Il sì arriverà da tutti i partiti di maggioranza, compresi i quattro consiglieri azzurri che lunedì avevano lasciato l’aula facendo mancare il numero legale e facendo quindi saltare la votazione. Il vero appuntamento non è però oggi, bensì quello di venerdì, giorno in cui dovrebbe – condizionale d’obbligo non una, ma due se non tre volte – tenersi il vertice di maggioranza per iniziare la verifica sull’operato della giunta e pesare gli equilibri.

Il sindaco è quindi di nuovo sui carboni ardenti, protagonista di una recita che rischia di ripercorrere lo spartito dello scorso anno e in cui avrebbe fatto volentieri a meno di trovarsi. L’anno scorso si era tirato fuori azzerando la giunta, presentando le dimissioni e poi ricomponendo l’esecutivo pari pari a quello che aveva cancellato. Quindi ha svernato senza apparenti problemi sino a che Forza Italia ha reclamato il suo peso in aula con quattro consiglieri, sbilanciato rispetto al peso in giunta dove conta un assessore.

A proposito di graticole ce ne sarebbero pronte anche per gli stessi assessori, se mai si dovesse trovare la quadra per riallargare la maggioranza anche agli aventiniani di Forza Italia – Luigi Mureddu, Gianfranco Licheri, Davide Tatti e Paolo Angioi –. Questi ultimi paiono ormai disposti ad andare al braccio di ferro. Si rischia quindi di entrare in una guerra di logoramento che potrebbe iniziare ben presto, con Forza Italia che non garantisce più alcun tipo di sostegno e gli altri quattro partiti (Fratelli d’Italia, Udc, Oristano al Centro e Psd’Az) che invece resteranno dall’altra parte della barricata a mostrare i loro muscoli.

Intanto si fa strada l’ipotesi che venerdì il tavolo di confronto possa saltare. Nessun partito conferma, ma è una voce che circola con insistenza e che sia frutto di una tattica studiata a tavolino proprio per costringere Forza Italia ad aspettare all’infinito. Una specie tela di Penelope. Il sindaco aveva promesso agli azzurri che avrebbe fatto lui da garante, affinché tutti i partiti si presentassero all’incontro. Forza Italia aveva risposto che non avrebbe partecipato a vertici di maggioranza in cui ci fosse anche una sola assenza. Ebbene, potrebbe anche succedere che, a turno, uno degli altri partiti della fu maggioranza passi lontano dalla sede in cui sono fissati gli incontri.

In tal caso Forza Italia non rientrerebbe nei ranghi. Il sindaco – il suo partito, i Riformatori, aveva un accordo alle elezioni europee proprio con Forza Italia che non si sa se sia ancora in piedi – a quel punto dovrebbe prendere in mano la situazione e provare a ricomporre il puzzle. Può comunque partire da una certezza: il civico Sergio Locci, pur non essendo in maggioranza, una mano gliela darà come ha confermato lunedì al termine del consiglio comunale monco: «Non sono nei Riformatori e non sono in maggioranza. Resto un battitore libero che, di volta in volta, sceglierà in base alle proposte che ci sono da votare. Io sono per Oristano che non deve essere commissariata». Vale come una presenza e vale un voto, ma basterà? Tre anni con un solo consigliere di vantaggio, peraltro neanche organico al centro destra, paiono davvero tanti. Serve una mossa coraggiosa. Resta da capire chi la farà e dove porterà.

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