La Nuova Sardegna

Albagiara A tradirlo è stato il sistema di geolocalizzazione attraverso il quale i carabinieri monitoravano i suoi spostamenti. A Paolo Picchedda, 81 anni e un passato burrascoso con una condanna per omicidio scontata all’Asinara e una assai più recente in primo grado per aver tentato di abusare di una ragazza minorenne del paese, è costato caro l’aver violato il limite di 250 metri che gli era stato imposto come misura cautelare. Quel quarto di chilometro sarebbe dovuta essere la distanza che avrebbe dovuto mantenere tra sé e proprio la ragazza che lo denunciò sino a portarlo al processo. Immediatamente, avendo notato che il confine invalicabile era stato oltrepassato, i carabinieri sono intervenuti e l’hanno arrestato. Ha passato la notte in cella di sicurezza e stamattina, martedì 3 settembre, è stato processato per direttissima.

Non conosce ancora la sentenza che la giudice Silvia Palmas pronuncerà il 25 settembre, dopo che l’avvocato difensore Andrea Crobu, che assiste l’imputato assieme all’avvocato Gianfranco Siuni, precedente legale di fiducia di Paolo Picchedda, ha chiesto i termini a difesa. Sa già invece che l’arresto è stato convalidato e che la misura cautelare rimarrà la medesima, nonostante il pubblico ministero Paolo De Falco avesse chiesto un inasprimento con il divieto di dimora in paese.

Albagiara non è una megalopoli e il rischio di violare il limite dei 250 metri è alto. Paolo Picchedda ha spiegato in aula che il suo è stato un gesto involontario e che si sarebbe spostato in paese per arrivare sino al panificio, dove doveva comunicare al proprietario che alcuni suoi cavalli avevano lasciato il recinto e che era stato proprio lui a recuperarli. Voleva insomma che il compaesano se li andasse a riprendere, ma non aveva fatto i conti con il rilevatore satellitare degli spostamenti ed è finito a 210 metri dalla ragazza alla quale non deve avvicinarsi. (e.carta)