La Nuova Sardegna

Oristano

L’inchiesta

Bosa, il caso S’Aladerru: decreto penale per l’ex sindaco Piero Casula e cinque amministratori

di Enrico Carta

	Le campagne a est di Bosa dove dovrebbe essere realizzato il canale di S'Aladerru
Le campagne a est di Bosa dove dovrebbe essere realizzato il canale di S'Aladerru

L’inchiesta sulla mancata realizzazione del canale per mitigare il rischio idrogeologico si chiude con una pena (sospesa) di 5mila euro, ma i legali degli imputati annunciano che si opporranno e che si andrà a processo

06 settembre 2024
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Bosa La procura presenta il conto e sulla ricevuta c’è scritto che il totale è di 5mila euro. È la multa, arrivata sotto forma di decreto penale, che dovranno pagare tutti gli indagati del caso S’Aladerru tranne una. Dall’inchiesta della procura di Oristano, ormai chiusa, sparisce l’ex consigliera di minoranza Claudia Mastinu. Tutti gli altri ci sono dentro e sono l’ex sindaco Piero Franco Casula, l’ex assessora al Bilancio Maria Giovanna Campus, l’ex vicesindaco e allora assessore ai Lavori pubblici Federico Ledda, tutt’ora in carica anche nella nuova giunta Marras fresca di elezione, l’ex assessora all’Istruzione Paola Pintus, l’ex assessora ai Servizi sociali Maura Marongiu, l’ex assessora all’Ambiente Carmen Mariani.

A tutti viene contestato il doppio reato di falso e interruzione di pubblico servizio perché, con dichiarazioni non veritiere, avrebbero bloccato l’iter per la costruzione del canale da realizzare proprio a S’Aladerru per mitigare il rischio idrogeologico ed evitare le inondazioni che ciclicamente il Temo regala a Bosa. Secondo l’inchiesta condotta dal pubblico ministero Armando Mammone, le dichiarazioni fasulle sarebbero collegate all’attività politica che tutte e sei le persone raggiunte dal decreto penale svolgevano durante la scorsa consiliatura. Sarebbe dovuta essere quella in cui la procedura si sarebbe dovuta sbloccare, invece si arenò del tutto per via delle incompatibilità che ciascuno dei protagonisti di questa vicenda penale avrebbe fatto emergere nel momento in cui, in giunta o in consiglio comunale, si doveva prendere una decisione. Per la procura, tutti avrebbero finto di avere delle incompatibilità e quindi si sarebbero astenuti dal pronunciare un proprio parere sull’opera, di fatto bloccando l’iter.

A firmare il provvedimento è stato il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Oristano, Salvatore Carboni. Il decreto penale è uno strumento per cui, di fronte a reati di lieve entità, il pubblico ministero propone all’imputato l’accettazione di una pena minima. In questo caso si tratta della multa di 5mila euro che, tra l’altro, nessuno dei sei dovrebbe pagare perché è prevista la sospensione condizionale. Una volta notificato il decreto penale, all’imputato vengono concessi quindici giorni per presentare eventuale opposizione e, senza bisogno di motivare ciò, per chiedere di essere processati. Ebbene, è proprio la strada che sceglieranno tutti: andranno in aula perché ritengono di essere innocenti e che le accuse mosse siano frutto di un errore giudiziario, motivo per cui sono pronti ad affrontare il processo per dimostrare che la procura avrebbe torto. Lo farà l’ex sindaco Piero Casula, difeso dall’avvocato Guido Manca Bitti; lo farà l’ex e attuale vicesindaco e assessore Federico Ledda, assistito dall’avvocato Alessandro Gamberini; lo faranno l’ex assessora al Bilancio Maria Giovanna Campus, l’ex assessora all’Istruzione Paola Pintus, l’ex assessora ai Servizi sociali Maura Marongiu, l’ex assessora all’Ambiente Carmen Mariani, che hanno come legale l’avvocato Roberto Nati. Una volta visionati gli atti, sarà battaglia legale.

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