La Nuova Sardegna

Oristano

Il caso

Terreni all’asta a Torregrande, uno va alla società amministrata dal nipote dell’assessore Ivano Cuccu

di Michela Cuccu e Enrico Carta
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torregrande - una veduta - panoramica
. torregrande - una veduta - panoramica

Francesco Federico coi consiglieri di centro sinistra presenta un’interrogazione e scoppia lo scontro politico. Il titolare dell’Urbanistica e del Patrimonio: «Nessuna irregolarità, è tutto legale»

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Oristano È diventata un caso politico l’aggiudicazione all’asta di un terreno comunale a Torregrande. Ad acquistarlo è stato un nipote dell’assessore all’Urbanistica Ivano Cuccu, il quale circa un anno fa aveva portato a conclusione il trasferimento degli stessi usi civici che gravavano in gran parte della zona residenziale della borgata marina, comprese le aree ultimamente vendute all’asta. Per settimane era stata soltanto una voce quella che indicava tra gli aggiudicatari dell’asta di febbraio un parente di un assessore. Se però sino a ieri sembravano avessero ragione coloro che, proprio in quanto scaturita da un’omonimia, avevano classificato tutto come una diceria frutto di un errore, ci ha pensato la minoranza consiliare a trovare la prova provata che il nuovo proprietario di quelle aree è proprio un nipote dell’assessore.

L’ha fatto attraverso una visura alla Camera di Commercio nel quale risulta che Roberto Cuccu, nipote dell’assessore, è l’amministratore della società Baby Company srl che per 175mila e 500 euro ha acquisto all’asta il terreno. Forti del documento camerale, i consiglieri del centro sinistra, primo firmatario Francesco Federico (Oristano Democratica e Possibile), hanno presentato un’interrogazione urgente e con risposta scritta al sindaco Massimiliano Sanna. A firmarla sono stati anche Massimiliano Daga, Efisio Sanna, Francesca Marchi e Carla Della Volpe, che vogliono sapere se in Comune «si sia provveduto a verificare eventuali riconducibilità, in termini diretti o parentela, degli acquirenti (persone fisiche o amministratori di persone giuridiche) con figure presenti nell’attuale amministrazione comunale».

Il codice civile dice che tutto è lecito, dal momento che vieta la partecipazione all’asta che mette in vendita un bene comunale al sindaco, agli assessori e ai consiglieri, oltre che ai funzionari dello stesso Comune che si occupano della procedura, ma non ai loro familiari. Sgombrato il campo da qualsiasi ombra di illegittimità, che peraltro l’interrogazione non mette in dubbio, per il centro sinistra rimane il discorso dell’opportunità politica. «È il caso che un parente dell’assessore partecipi a un’asta pubblica?», è la domanda che ci si fa nel centro sinistra. L’opposizione vorrebbe anche sapere perché nella determina di aggiudicazione della seconda asta, quella che si è tenuta a luglio, ben più corposa della prima e dalla quale in Comune ha incassato poco meno di 900mila euro, non siano indicati i nomi dei nuovi proprietari dei terreni.

L’assessore Ivano Cuccu, prima ancora che il caso arrivi in aula, ha la replica pronta: «Quel che è stato fatto è tutto più che regolare. La legge è chiarissima e non c’è stato alcun illecito». Addirittura rilancia: «Se qualcuno sospetta che ci sia qualcosa che non va bene, deve e ribadisco deve andare direttamente in procura a denunciare il fatto. Non ho alcunché da rimproverarmi, la vendita è andata bene e ha portato parecchi soldi nelle casse comunali. Se fosse stato mio figlio a voler partecipare, l’avrei fermato e sono certo che ci sarei riuscito, ma non posso impedire a un nipote, che tra l’altro è amministratore della società che ha preso all’asta il terreno e quindi dipendente, di partecipare a un’asta pubblica».

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