La Nuova Sardegna

Oristano

Lo scontro

Massimiliano Sanna: «Sull’ex Reggia degli Arborea, tanta demagogia»

di Enrico Carta

	Al centro la parte alta dell'ex reggia giudicale, poi carcere, fotografata dai palazzi Saia
Al centro la parte alta dell'ex reggia giudicale, poi carcere, fotografata dai palazzi Saia

Il sindaco di Oristano interviene ancora sul passaggio del palazzo giudicale alla Prefettura: «Non era esercitabile alcun diritto di prelazione perché lo Stato non ha mai messo in vendita l’edificio storico»

20 ottobre 2024
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Oristano Demagogia e meriti. Della prima accusa chi lo critica, i secondi se li prende lui in quanto rappresentante massimo del Comune. Il dibattito sulla destinazione e sulla proprietà dell’ex Reggia degli Arborea prosegue con Massimiliano Sanna che rompe il silenzio e affida a una comunicazione ufficiale i suoi pensieri sulla disputa che si è accesa dopo l’annuncio di sistemare gli uffici della Prefettura nel palazzo che fu dei Giudici regnanti nel medioevo. Al Comune rimarrà «una parte consistente», ribadisce il primo cittadino. L’esordio vuol subito sgombrare il campo da dubbi: «La proprietà dell’antica reggia giudicale, a lungo sede della casa circondariale, è dello Stato. Leggo con stupore di immobilismo da parte del Comune, di mancato ricorso al diritto di prelazione, di resa di fronte a un affronto e a uno scempio. Ho già ricordato e ribadisco che il Comune non ha mai rinunciato a chiedere la titolarità dell’edificio. Questo impegno è confermato da documenti ufficiali e, per chi ha memoria, dalle cronache della stampa che ha puntualmente riferito degli sforzi compiuti attraverso ininterrotti confronti con lo Stato e la Regione».

Sulle decisione del Demanio così si esprime: «Mi pare che si stia facendo troppo facile demagogia. Chi sostiene che avremmo dovuto esercitare il diritto di prelazione, dovrebbe sapere che l’immobile non è stato messo in vendita e che quindi non si può esercitare alcuna prelazione. Chi fa appello allo Statuto della Regione che stabilisce che quest’ultima succeda nei beni e diritti patrimoniali dello Stato di natura immobiliare e in quelli demaniali, escluso quello marittimo, dovrebbe chiedere alla Regione perché non ha acquisito il bene al proprio patrimonio per poi cederlo al Comune accogliendo la richiesta avanzata tante volte dall’istituzione cittadina. Chi oggi si erge a difensore della gloriosa storia giudicale dovrebbe spiegarci cosa ha fatto finora per restituire alla città uno dei simboli più importanti di quella straordinaria esperienza».

Poi passa alla strenua difesa di quanto fatto: «Il Comune, e questo ragionamento interessa tutte le amministrazione che si sono succedute nel corso dei decenni, quella storia l’ha difesa con documenti e prese di posizioni ufficiali e la richiesta di avere l’edificio non è mai venuta meno. Ribadisco ancora che avremmo preferito che la titolarità del bene fosse riconosciuta al Comune per utilizzarlo pienamente a fini culturali, ma è comunque significativo che l’edificio sia recuperato, valorizzato e ritorni alla città». Quindi fa una riflessione sul comportamento dello Stato che «ha deciso di conservarne la titolarità e di destinarlo alla sua principale rappresentanza istituzionale nel territorio. Ha preso questa decisione nonostante il Comune si sia impegnato nel confronto con lo Stato per rivendicare la titolarità di un bene di straordinario valore per la cultura, la storia e l’identità di Oristano e dell’intera Sardegna. Tutte le amministrazioni che si sono succedute si sono impegnate in questa direzione con incontri con ministri e sottosegretari, con la Regione e con rappresentanze istituzionali a ogni livello».

Lo sa bene perché in prima fila c’è stato anche lui. Io stesso, da vice sindaco e assessore alla Cultura prima e da sindaco poi, ho avuto più di un confronto, formale e informale, con gli organi dello Stato e della Regione – prosegue Massimiliano Sanna –. Negli ultimi incontri con la Prefettura e con l’Agenzia del Demanio, ho reiterato la richiesta e ho respinto l’ipotesi di un trasferimento dell’Agenzia delle Entrate. Successivamente il Demanio ha deciso il trasferimento della Prefettura nell’ex Reggia per soddisfare l’esigenza dello Stato, che è proprietario dell’immobile, di ottimizzare l’impiego del proprio patrimonio immobiliare, risparmiando sui costi di affitto per gli uffici pubblici. Di pari passo si procederà a destinare al Comune una parte rilevante riqualificata, quella storica che sarà impiegata per fini culturali. Per la prima volta, siamo di fronte alla concreta possibilità di ridare vita a un edificio che è custode dell’identità della nostra comunità. Questa amministrazione non ha rinunciato a sostenere la richiesta di avere la titolarità della Reggia, ma allo stesso tempo non intende assistere inerte all’ulteriore decadenza di ciò che rimane di quella preziosa testimonianza storica».

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