La Nuova Sardegna

Oristano

La sentenza

Ecco perché la Carta docente spetta anche ai precari

Ecco perché la Carta docente spetta anche ai precari

Il giudice del lavoro dà ragione agli insegnanti che si sono rivolti al sindacato

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Oristano Avevano insegnato ma erano precari e non gli avevano riconosciuto la cosiddetta “Carta docente”. Ora la riceveranno, compresi gli arretrati. Il Giudice del Lavoro di Oristano ha accolto il ricorso presentato da una decina di insegnanti attraverso il sindacato Gilda. Non è il primo ricorso per l’ottenimento della “Carta docente” (un bonus di 500 euro) per ogni anno di servizio che gli insegnanti possono utilizzare per pagare corsi di aggiornamento, libri e più in generale, sostenere le spese per l’attività didattica.

«Questo gruppo di insegnanti, attualmente di ruolo, assistiti dall’avvocato Robert Sanna, è riuscito ad ottenere il riconoscimento di un diritto che per anni gli era stato negato», spiega Pino Ciulu, sindacalista Gilda, che aggiunge: «È questa una sentenza che renderà giustizia anche a tantissimi altri docenti precari. Solo in provincia di Oristano sono alcune centinaia gli insegnanti interessati. Questa per noi è un’ulteriore vittoria». Lo scorso febbraio, infatti, un’analoga sentenza era stata emessa dopo il ricorso presentato da due docenti precari, anche in questo caso, assistiti dal sindacato Gilda che sul fronte del riconoscimento della “Carta docente” anche agli insegnanti non di ruolo, ha avviato da tempo una dura battaglia, assistendo 145 insegnanti.

Il valore delle carte Docenti assegnate dal giudice agli insegnanti precari che finora non ne avevano diritto ammonta complessivamente a 245mila euro. Il giudice anche nella sentenza di febbraio aveva condannato l’amministrazione scolastica a pagare le spese di giudizio. «Da quest’anno il Governo ha riconosciuto il diritto anche ai precari ma solo a quei (pochi) con nomina fino al 31 agosto. I supplenti invece nominati fino al 30 giugno, se vorranno vedere riconosciuto il loro diritto – conclude Ciulu– dovranno continuare a rivolgersi al giudice del Lavoro». (m.c.)

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