La bellezza del Sinis fa il giro del mondo in uno scatto
La foto selezionata dalla rivista internazionale è di Andrea Marongiu, fotografo di Cabras che da tempo immortala con i droni il territorio dove è nato e cresciuto
Cabras Sfondo bianco, sfumature che vanno dal giallo al blu, dove spiccano le gocce di verde della vegetazione. La bellezza delle saline della Penisola del Sinis è in mondo visione su una prestigiosa pubblicazione del National Geographic, abbinata a una frase d’amore di Grace Sibley. Lo scatto non poteva che essere di Andrea Marongiu, noto fotografo originario di Cabras che da tempo immortala con i droni il territorio dove è nato e cresciuto e valorizza con un occhio inconsueto i paesaggi dell’Oristanese. I suoi scatti erano già apparsi sulle pagine nazionali del National Geographic Travel, ma ora la testata naturalistica offre a lui e al luogo simbolo delle sue foto la ribalta mondiale in un volume da collezione. «Per un naturalista è il massimo dei riconoscimenti, un’occasione unica e ne sono molto onorato. Che poi sia stato quel paesaggio nello specifico a colpire, mi gratifica ancora di più perché è lì, nel Sinis, che vado anche solo per staccare gli occhi dal monitor e la testa dal lavoro. Lì vado a rilassarmi, riflettere, a cercare nuove vedute con occhi mai uguali».
Andrea Marongiu era già arrivato terzo a un contest su scala mondiale, settorializzato però rispetto all’utilizzo di una particolare marca di droni. Ora la foto è stata selezionata da un portale online di fotografi professionisti da Jeffrey Kerby, scienziato e fotografo per la famosa rivista, che ha pubblicato quest’anno un volume dal titolo “The world from above”, proprio il mondo dall’alto. Lo stile di Andrea Marongiu è inconfondibile: drone lanciato a decine di metri d’altezza, camera a 90 gradi verso il basso. «In questo tipo di scatti non c’è profondità, solo forme geometriche, linee e composizioni del terreno, quelli che da terra possiamo solo immaginare. Mi capita di percorrere le strade in auto e pensare a cosa vedrei da lassù se inquadrassi quei colori, quei luoghi, in quel momento. Così nascono le mie foto e anche il Sinis, dove sono nato e cresciuto, mostra aspetti di sé sempre diversi e sorprendenti».
Da qualche anno il fotografo cabrarese porta avanti un progetto fotografico proprio sulle zone umide, luoghi che conosce dall’infanzia e con i quali ha un forte legame emotivo, iniziato con una mostra personale da Ros’e Mari e dove in questi giorni tornerà ad esporre uno degli scatti della sua collezione. La pubblicazione di questo ultimo volume risale a qualche tempo fa, ma per dare l’annuncio sui suoi seguitissimi canali social, Marongiu ha aspettato di averlo tra le mani: «Dovevo vederlo, toccarlo, vedere quella foto nell’insieme, è stato emozionante. Non so perché sia stato scelto proprio quello scatto: di certo non sono uno che si sbilancia a parole e se le mie emozioni sono passate attraverso l’immagine, tanto da farla selezionare, allora questo mi rende felice. Pur tra tanti impegni vorrei continuare ora a lavorare sulla mia visione delle zone umide, la loro conformazione cambia di mese in mese e a dirla tutta danno il meglio di sé proprio nei periodi lontani dalla calca estiva, quando le stagioni allontanano il turismo di massa e gli ambienti sono liberi».