Tornano a casa dall’Inghilterra 275 reperti di Tharros
Ecco cosa prevede l’accordo tra la Fondazione Mont’e Prama e il Brighton Museum che li custodisce
Cabras Dalla Gran Bretagna, dove si trova custodito all’interno del Brighton Museum, un immenso patrimonio archeologico sta per rientrare in Sardegna, esattamente nel luogo da dove, secoli fa, è stato trafugato da tombaroli e predatori in cerca di soldi facili. Duecentosettantacinque reperti di Tharros, illecitamente esportati in Inghilterra a partire dal XIX secolo, faranno ritorno a Cabras nei prossimi mesi, forse già da gennaio. Ad annunciarlo è il presidente della Fondazione Mont’e Prama, Anthony Muroni, che insieme al suo staff, ha portato avanti, negli ultimi mesi, lunghe e delicate trattative con il curatore del settore “Storia e archeologia” del museo britannico, Dan Robertson.
«Da oltre un anno stiamo lavorando intensamente per quello che quando sarà ufficiale rappresenterà un risultato storico: il rientro a Cabras di una parte dell’immenso tesoro archeologico di Tharros. Siamo in trattativa avanzata con il museo inglese che possiede i reperti e che ha da subito manifestato la volontà di far rientrare in Sardegna tutti i pezzi della collezione che include decine e decine di vasi in terracotta, statue votive e tanto altro di cui abbiamo già ricevuto l’inventario con le rispettive immagini». Brocche, vasi, lampade ad olio, statuine votive dalle sembianze femminili. Fra queste quella che sembra rappresentare Minerva, l’antica dea della saggezza, del commercio e dell’artigianato. «È nella sede distaccata del British Museum – spiega Muroni – che ci aspettano fra circa un mese per concludere l’accordo. Lo stesso curatore Dan Robertson si è detto molto lieto di poter contribuire al trasferimento della collezione che farà presto ritorno nel museo di Cabras dove stiamo allestendo un’area dedicata».
Il museo restituirà tutta la collezione che custodisce. Dopo aver avviato le trattative la palla passerà al Governo italiano: «Il ministero della Cultura dovrà ora acquisire i beni al patrimonio dello Stato – spiega il presidente della Fondazione – , dopo di che autorizzerà l’arrivo di tutti i reperti a Cabras». La collezione che cosa comprende? In prevalenza vasi, o parti di essi, recipienti, utensili, teste, statuine e altri oggetti che facevano parte dei corredi funerari saccheggiati. Tutto ciò che apparteneva all’antica città punica e romana e che rientrerà nella penisola del Sinis per poi essere custodita all’interno del museo civico Giovanni Marongiu, che in questo modo arricchirà ulteriormente la sua esposizione.
Il 2025, come annunciato dalla stessa Fondazione, dovrebbe segnare anche il ricongiungimento di tutti i Giganti nel luogo dove sono stati scoperti. «Il rientro della collezione di Tharros che oggi si trova a Brighton converge verso il grande obiettivo che ci siamo prefissati fin dall’inizio – sottolinea Muroni – quello della costituzione di un grande Parco archeologico del Sinis». Se, come sembra, il trasferimento dei reperti diventerà presto ufficiale, sarà una prima volta storica in cui diversi reperti dell'antica città vengono restituiti alla comunità. Fra Ottocento e Novecento Tharros è stata meta ambita da predoni e tombaroli, che non hanno esitato a fare razzie per poi rivendere all’estero l’immenso patrimonio custodito sotto le rovine. Dopo questa collezione sarà la volta dei preziosi gioielli di Tharros venduti al British Museum nel 1850 per mille sterline? A Londra arrivarono monili d’oro e d’argento, scarabei della cultura punica in Sardegna. «Ci vorrà più tempo – dice Muroni – ma con la diplomazia si può ottenere molto».