L’Arnas Brotzu dedica una sala a Paolo Pizzi, primo donatore d’organi: aveva 11 anni
Dalla scelta dei genitori 37 anni fa, svolta storica per la sanità isolana: nacque il programma trapianti
Cagliari Ci sono storie che il tempo non cancella. Storie che, pur nascendo dal dolore e dalle lacrime, continuano a parlare di vita, coraggio, speranza. Quella di Paolo Pizzi è una di queste.
Aveva solo 11 anni quando, nel gennaio del 1988, mentre era in bicicletta, la sua giovane esistenza terrena venne interrotta. Travolto da un’auto, le sue condizioni apparvero subito disperate. Nonostante la sofferenza di quei momenti, i genitori di Paolo trovarono la forza di dire sì alla donazione degli organi. Un sì che segnò una svolta storica nella sanità in Sardegna: nacque il programma trapianti nell’isola.
Un gesto di straordinaria generosità che aprì la strada a una cultura nuova, fatta di solidarietà concreta e di umanità. A distanza di 37 anni l’Arnas G. Brotzu sceglie di onorare la memoria di Paolo con un segno carico di significato: una sala colloqui dedicata a lui, all’interno della Struttura di Anestesia e Rianimazione dell’ospedale San Michele. Uno spazio pensato per accogliere, per offrire conforto e riservatezza alle famiglie dei pazienti.
Il progetto è stato reso possibile grazie alla sensibilità del dottor Roberto Tumbarello, per anni colonna portante dell’Azienda, e al costante sostegno del Direttore generale Agnese Foddis. All’inaugurazione, il 3 aprile alle 11, promossa da Antonio Manti, responsabile della Struttura di Coordinamento Locale Trapianti parteciperanno i genitori di Paolo, il sindaco di Sinnai, città natale del piccolo, Barbara Pusceddu, accompagnata dall’assessore alla Salute ai Servizi e alla Pubblica Istruzione sociali, Roberto Demontis. A rendere ancora più speciale l’ambiente, l’intervento dell’artista Giorgio Casu, che ne ha arricchito l’anima.
Saranno presenti, inoltre, i medici che nel 1988 ebbero il coraggio di superare le stringenti barriere normative dell’epoca. Tra questi Franco Meloni, allora Direttore sanitario, Ugo Storelli, Paolo Pettinao e Pierfelice Todde, professionisti il cui impegno e determinazione resero possibile il primo trapianto di rene in Sardegna. Una decisione complessa, ma che consentì di salvare la vita a una giovane donna, trasformando un dolore in speranza. (se.lu.)