Berlusconi, la Venere di Milo e un Gesù morente: misteriosi murales nello spogliatoio abbandonato
Qualche sconosciuto street artist ha dipinto le pareti dell’ impianto sportivo di Oristano
Oristano Nella frazione, c’è chi ricorda questa struttura in condizioni ben peggiori. Da qualche tempo, però, qualcosa è cambiato negli spogliatoi dell’impianto sportivo di Nuraxinieddu. L’intervento è recente: le bottiglie rotte sono state rimosse dai pavimenti quasi completamente, il livello di sporcizia sembra decisamente meno, il degrado complessivo attutito. La struttura comunale è scomparsa dalle cronache e dai comunicati ufficiali almeno dal 2014, data delle ultime notizie che la riguardano digitando sui motori di ricerca. Non c’è nemmeno memoria recente di interventi del Comune, stando alle voci del paese. Qui, però, è in corso quello che sembra un “attacco d’arte” in piena regola. Sulle pareti sono apparsi qualcosa di più dei disordinati pasticci fatti con le bombolette e qualcuno ha sapientemente scelto cosa ripulire e cosa invece lasciare lì, magari enfatizzandolo.
Disegnati con la tecnica dello stencil, piccoli murales aprono scorci visuali e richiamano associazioni di idee, riflessioni, concetti universali e politici. Riportano volti famosi e forme riconoscibili, come Berlusconi o la Venere di Milo, oppure figure iconoclastiche, come la Madonna piangente che regge un Gesù morente. Tutte sono rivisitate in chiave espressiva tipica della street art, movimento che è artistico e politico insieme, tipica forma di espressione delle comunità urbane. Così, sulla fronte di Berlusconi si apre un inquietante foro da sparo che sembra un terzo occhio, la Venere porta la corona di spine, accanto a colombe della pace infilzate da dardi, donne bellissime ma imbrattate di sangue e sofferenti, uomini e bocche urlanti, notti squarciate da vedute oniriche di nuvole e figure umane stagliate in controluce, soldati spaziali armati di kalashnikov, teschi e dobermann. Figure che non inquietano più, perché richiamano le immagini che tutti noi scrolliamo quotidianamente tra le notizie del giorno.
Tra i murales, spicca una cornice appesa senza che contenga nulla: sbilenca, forse antica, con dentro il vuoto. Come questo spazio che era nato per avere una destinazione specifica e oggi sembra voglia dar voce a qualcos’altro diverso dal degrado e dall’abbandono cui era lasciata. Anche il luogo è simbolico: periferico, ma non per questo da dimenticare. In una delle stanze c’è anche una panchina azzurra e un tavolo, sempre dipinto con la stessa tecnica. Sembrano invitare a sedersi, a stare in quel posto, lì dove la comunità dovrebbe trovare un punto di aggregazione, attorno allo sport. Invece, per ora, sono passate prima le brutte intenzioni vandaliche, cui sembra aver risposto una nuova mano, di pulizia e contenuto artistico, molto artigianale e piena di voglia di riscatto. Chi sia stato? Solo voci, la comunità è piccola. Di certo, si dice, non si tratta più di vandalismo. La struttura era già in condizioni indicibili, abbandonata e fatiscente. Il disagio ha ispirato qualche mano volenterosa, dando l’impressione che a camminare tra queste stanze ci sia qualcuno che ha voglia di restituire questo spazio alla collettività, soprattutto a giovani.
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