Il rilancio del Temo passa per la destinazione d’uso dell’asta fluviale
Il sindaco Alfonso Marras: «Un deciso passo in avanti in termini di valorizzazione»
Bosa Con il si convinto della maggioranza, l’astensione dei consiglieri di minoranza Cadoni, Urgu, Masala e Campus ed il no “politico” di Cristiana Cacciapaglia, passa in consiglio comunale il punto all’ordine del giorno, l’unico nella riunione, relativo alle determinazioni sulla destinazione d’uso dell’asta fluviale fronte i Lungotemo Scherer e De Gasperi, nel tratto delle due sponde dallo storico ponte in trachite fino al limite dell’attuale banchinamento fluviale.
Un «Deciso passo in avanti per valorizzare questo tratto dell’asta fluviale» per il sindaco Alfonso Marras, rispetto ad un progetto che viaggia dal 2018, con iter interrotto dalle forti perplessità arrivate in seno alla discussione col Genio Civile, spiega Marras nel presentare la questione in consiglio, alla presenza anche del responsabile tecnico comunale Luciano Bigio, che risponderà alle domande e alle perplessità messe in campo da diversi esponenti dell’opposizione nel corso della seduta, che ha regalato anche qualche momento di forte dibattito tra maggioranza e opposizione.
Poco meno di 7 anni fa il consiglio comunale aveva votato per chiedere alla Regione la concessione delle sponde del Temo dal ponte in trachite fino quasi alla foce, cioè al limite di competenza dell’ente territoriale. «Dal Genio Civile le perplessità per una concessione di questo tipo sono legate al fatto che non sono presenti le opere di difesa idrogeologica e idraulica che limitino gli effetti di una potenziale ondata a 200 anni di ritorno delle piene del fiume» spiega Marras.
Da qui la proposta della maggioranza: rivedere i termini di richiesta della concessione «Per 6 mesi l’anno (quelli tra primavera ed estate, ndc) per una durata di 5 anni. Questo ci permetterebbe di uscire almeno dalla situazione di anarchia che da decenni regna in questa parte dell’asta fluviale, da valorizzare anche in termini economici per il comune» il succo della questione. Propedeutica, se tutto andrà per il meglio, ad atti conseguenti del consiglio comunale: cioè la discussione e approvazione di un regolamento per l’approdo di natanti da diporto e professionali. Non più a spina di pesce, con l’utilizzo di corpi morti in acqua quindi, ma con ormeggio “all’inglese”, cioè parallelo al molo fluviale. Soprattutto per ragioni di sicurezza, emerge dall’intervento del tecnico comunale. Chiuso questo passaggio in consiglio, l’incartamento con la richiesta di concessione semestrale partirà quindi alla volta dei competenti uffici della Regione, con il comunque che evidentemente si aspetta a questo punto un riscontro positivo alla richiesta.