La Nuova Sardegna

Oristano

Sanità

Caos e tensione al pronto soccorso, ambulanze in coda per cinque ore

di Paolo Camedda
Caos e tensione al pronto soccorso, ambulanze in coda per cinque ore

L’Asl: «Afflusso notevole di pazienti, anche 41 contemporaneamente in sala d’attesa»

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Oristano È stata una giornata di grande caos per il Pronto soccorso dell’ospedale San Martino di Oristano. «Sono le 14.20 e ci sono otto ambulanze ferme e in coda», hanno denunciato gli operatori del 118, «esasperati» dalle lunghe attese, che in alcuni casi supererebbero le tre ore. «Non ci viene consentito di portare all’interno i pazienti che abbiamo a bordo, che necessitano di essere visitati dai medici, e questo genera una situazione di forti disagi». A farne le spese per primi sono naturalmente i cittadini: «Se tutte le ambulanze sono ferme davanti al Pronto soccorso – sottolineano ancora gli operatori del 118 –, questo significa che il territorio rimane scoperto e che, nel caso in cui si presentasse un’emergenza, non ci sarebbero mezzi pronti a intervenire. Inoltre gli stessi pazienti che trasportiamo, prima di essere visitati, sono sottoposti a lunghe attese. Soprattutto quando abbiamo pazienti traumatizzati o anziani, i tempi lunghi rappresentano un ulteriore disagio. Le nostre barelle, infatti, non sono adatte a portare le persone per lunghi periodi».

Un accumulo di queste proporzioni secondo l’Asl 5 «è legato a un carico di pazienti notevole e non preventivato per il Pronto soccorso: alle 15.30 sono infatti ancora 41 i pazienti, fra quelli in visita e quelli in attesa, con un codice rosso e diversi codici arancioni, a fronte di tre soli medici in servizio. Purtroppo è evidente che si è creata un afflusso». Secondo gli operatori del 118, situazioni simili si starebbero ripetendo con una certa frequenza: «Il problema principale, dal nostro punto di vista, è la disorganizzazione dell’ospedale nella gestione delle barelle – affermano i volontari –. Non bastano mai per tutti i pazienti e ci costringono a lunghe attese. Non vorremmo poi che fossero in atto delle forme di protesta da parte di chi lavora nel reparto: tutto si svolge infatti con estrema lentezza, al ritmo di massimo due visite all’ora». Le file sono durate anche cinque ore dalle 13.30 alle 18.30 per qualcuno.

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