A caccia dell'antica Biddanoa
Mauro Piredda
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Gli archeologi al lavoro alla ricerca di tracce dellantico villaggio Siligo, al via la scuola estiva di archeologia medievale
28 luglio 2011
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SILIGO. A pochi metri di distanza dalla seicentesca chiesa campestre di San Vincenzo Ferrer, nella valletta tra il caratteristico cono vulcanico di Monte Santu e l'estremità nord dell'altipiano di Pelau (Monte Sant'Antonio), ha preso il via la prima scuola estiva di archeologia medievale. L'ha organizzata l'omonima cattedra dell'Università di Sassari e l'amministrazione comunale, in collaborazione con la Soprintendenza archeologica di Sassari e Nuoro. Sei settimane di lavori che vedono protagonisti diversi laureati e studenti di 9 Università italiane e straniere (Sassari, Cagliari, Pisa, Genova, Napoli, Bari, Salento e Barcellona) tra scavi e lezioni teoriche e metodologiche per saggiare la potenzialità archeologica del sepolto villaggio postmedievale di Villanova Montesanto (Biddanoa) e datare storicamente il suo abbandono, relativamente recente (primi del XIX secolo), e i suoi alterni insediamenti. L'assenza di una citazione del villaggio negli atti della Ultima Pax Sardiniae del 1388 suggerisce infatti un primo abbandono in quel periodo, probabilmente a favore del vicino castello di Capula (i cui pochi resti sono situati nel Monte Sant'Antonio) quando le guerre trecentesche rendevano difficili gli insediamenti in pianura o a valle, per poi essere riabitato in seguito. I lavori, diretti dal professor Marco Milanese, ordinario di Archeologia Medievale dell'Università turritana, stanno già dando i primi risultati con il ritrovamento di alcuni reperti risalenti ai secoli XV e XVI quali ceramiche di uso quotidiano e monete dell'epoca di Giovanni II (1458-1479) e Ferdinando II (1479-1516) d'Aragona. Attraverso queste fonti materiali si vogliono infatti completare le informazioni presenti nei pochi documenti noti che, da soli, non fanno piena luce sull'evoluzione e sulla scomparsa di Biddanoa. Dagli scavi emergerà maggiore chiarezza sulla presenza di una strada, anch'essa sepolta, che con tutta probabilità collegava Siligo e Ardara. Ancora, si potranno trovare risposte sul perché del villaggio non sia rimasto nulla.