Le chiese romaniche nell’agro di Chiaramonti
Restano ancora, in diverse regioni dell’isola, le chiese che in epoca medioevale vennero donate agli ordini religiosi, affinché ne popolassero i conventi e svolgessero azione benefica tra le...
Restano ancora, in diverse regioni dell’isola, le chiese che in epoca medioevale vennero donate agli ordini religiosi, affinché ne popolassero i conventi e svolgessero azione benefica tra le popolazioni vicine. Alcune sono note e oggetto d’attenzione, come la Santissima Trinità di Saccargia, San Nicola di Trulla, anta Maria di Bonarcado; altre, situate in zone periferiche, sono meno note e frequentate.
Ce ne sono ad esempio due nell’agro di Chiaramonti, intitolate una a Santa Giusta e l’altra a Santa Maria di Orria Pitzinna. Per vederle si segue dal paese la statale per Martis; dopo circa tre chilometri si vede sulla sinistra uno spiazzo con fontana e abbeveratoio dal quale hanno inizio due strade di penetrazione agraria. Si prende quella di sinistra, che si inoltra tra pascoli e terreni coltivati, punteggiati da casolari. Dopo altri tre chilometri si trova Santa Maria, su un poggio spelacchiato adiacente alla strada; un po’ più avanti, in una valletta ricca di acque, quella di Santa Giusta. I due piccoli templi, che erano allora centri di vita con monastero, case, servi, terreni coltivati e bestiame, furono accomunati nella donazione che nel 1205 la nobildonna Maria de Thori, della famiglia dei giudici di Torres e zia di Comita II , ne fece ai Camaldolesi. Di tutti i beni del tempo restano oggi soltanto le due chiese, e quella di Santa Maria ha i maggiori pregi architettonici, perché conserva le primitive linee romaniche. Le strutture sono in trachite rossa e calcare bianco, alternati in file non sempre regolari, la pianta a croce latina con abside e la copertura in volte a botte. All’interno aveva anche alcuni arredi intagliati nel legno. Tra questi un bell’altare del Settecento che però, per motivi di sicurezza, dopo il restauro di una dozzina d’anni fa è stato sistemato in paese, nella chiesa del Carmine.
Santa Giusta ha perso questi pregi perché, dopo un lungo periodo di abbandono, è stata sottoposta a un restauro che l’ha snaturata. In compenso vi si svolgono due feste che attirano molti fedeli, una il giorno dell’Ascensione e una la prima domenica di settembre.