Siligo, nel sito di Sant’Antonio un antico tempio nuragico
SILIGO. Il complesso nuragico di Sant’Antonio ospita un tempio a pozzo con un'area lastricata, un tempio a base rettangolare, un edificio a corridoio ed alcune parti di mura ciclopiche. Poco più...
SILIGO. Il complesso nuragico di Sant’Antonio ospita un tempio a pozzo con un'area lastricata, un tempio a base rettangolare, un edificio a corridoio ed alcune parti di mura ciclopiche. Poco più lontano, all’estremità occidentale del santuario, si trova anche il nuraghe Cherchizza. In base agli scavi compiuti alla fine degli anni Novanta, in seguito a numerosi episodi di vandalismo che ne hanno devastato in maniera irreparabile il sito, è probabile che questo fosse un punto di riferimento religioso e politico per tutta la zona.
Tra i materiali raccolti, infatti, non mancano oggetti di pregio in bronzo, ambra e anche una piccola statua di “dea madre”. Tutti elementi che, insieme alla monumentalità del luogo, sono indizi dell’importanza di questo luogo che è stato frequentato a cavallo tra la fine del Bronzo medio e l’età del Ferro. Oggi nonostante gli scassi dei tombaroli sono ancora ben visibili il pozzo sacro che conserva ancora la camera circolare e si apre su un’ampia area lastricata attraversata da una canaletta di deflusso dell’acqua. Diversi elementi della copertura in tufo bianco sono stati rinvenuti in prossimità del pozzo: sono blocchi a doppio spiovente con incavo semicircolare nella parte inferiore e fori rettangolari sulla sommità, sui quali forse erano state inserite di spade votive. Tutta la struttura del tempio a pozzo è poi circondata da una muraglia e torri. Poco lontano si trova anche un ambiente circolare con al centro un focolare in pietra.
Dal paese seguire le indicazioni per il monte e l'area archeologica. Si percorre un breve tratto in salita in una strada in cemento che conduce ad un piccolo spiazzo dove è presente un vecchio abbeveratoio. Lasciare qui l’auto e dirigersi a piedi verso l'unico sentiero, in un primo tratto in cemento e poi in terra battuta. Proseguire lungo la stradina per circa mezz'ora, affrontando anche un tratto in leggera salita, fino ad arrivare all'area archeologica dove si incontra subito sulla destra il tempio a pozzo.