La Nuova Sardegna

I tesori sardi tolti ai mafiosi: la mappa della rinascita

di Pier Giorgio Pinna
I tesori sardi tolti ai mafiosi: la mappa della rinascita

I giovani dei Servizi sociali al lavoro nelle tenute sottratte a bande criminali. Un patrimonio di ville e altri immobili affidati a Comuni e coop in Sardegna

12 luglio 2013
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SASSARI. Storie di una vita che ricomincia. «Vede? In questa grande stanza i malavitosi studiavano i piani per spacciare droga: l’abbiamo trasformata in cucina». «Prima nel residence arrivavano boss in vacanza, ora ci abita una famiglia che non ha i soldi per pagare l’affitto». «Ecco, proprio qui, in una tenuta al riparo da tutti, quelli organizzavano le loro truffe, ma oggi, nelle stesse terre, noi facciamo agricoltura bio». Non c’è enfasi, solo la prudenza di chi non vorrebbe far finire un sogno in frantumi. A raccontare queste storie di speranze ritrovate sono i protagonisti della rinascita dei beni confiscati a organizzazioni mafiose. Un patrimonio immenso, In Sardegna vale centinaia di milioni. Adesso è destinato a servizi sociali, cooperative giovanili, associazioni di volontariato.

Sono aziende, ville e appartamenti fronte mare, terreni e altre proprietà un po’ in tutta l’isola. Immobili a suo tempo scelti in maniera strategica per servire da basi operative. Oppure acquistati da Cosa Nostra e dalla ’Ndrangheta per riciclare soldi sporchi in operazioni pulite nei paradisi dorati delle vacanze, da Porto Rotondo alla Costa Smeralda.

A promuovere le operazioni per il riutilizzo di questo patrimonio è l’Anbsc. Sigla che indica l’Associazione per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati-confiscati alla criminalità. L’Ansbc ha la direzione a Reggio Calabria (nella regione dove si trovano ancora i vertici logistici della mafia più potente d’Europa). Ma l’altro suo importante centro è a Roma. Dalla capitale dipendono le diramazioni sarde, che hanno iniziato a consegnare gli immobili requisiti ai Comuni (le amministrazioni locali pensano poi ad assegnarli sul territorio).

«Uno dei primi esperimenti di gestione nasce a Gergei nei due ettari appartenuti a una banda specializzata in truffe», racconta il sindaco, Rossano Zedda, alla guida una lista civica di centro. È una maxi-tenuta con pizzeria, discoteca, villa, piscina, maneggio, pista da go-kart. Oggi tutto è a disposizione di combattivi volontari: impegnatissimi nel sociale, si dedicano a coltivare piante di mirto e fichi d’India. Fanno capo all’associazione “La Strada”. Sono seguiti da “Sardegna Solidale”, la referente per l’isola di “Libera”, di don Ciotti. Che qui l’anno scorso ha organizzato una base con decine di ragazzi per dare spessore all’idea di una vita che parte dal lavoro in campagna. «E che da lunedì replicherà l’iniziativa», informa il sindaco. «In passato abbiamo subìto episodi di sciacallaggio: ci hanno rubato infissi, cavi elettrici, condizionatori – aggiunge Zedda – Ma adesso è tutto a posto: chi vuole prendere in affitto la villa per una pizzata o per un matrimonio si rivolge a noi, che giriamo poi le richieste ai ragazzi dell’associazione. Sì, ora va tutto a meraviglia».

Ma che succede in altre parti dell’isola? Fra mille oneri don Marco Lai, della Caritas diocesana, si occupa del riuso degli immobili in provincia di Cagliari. «Seguiamo perlopiù appartamenti dati a madri sole con figli a carico – spiega – A Capitana, Quartu, Quartucciu, Villasimius abbiamo potuto gettare nuovi semi di speranza per tante famiglie». Quelle sequestrati in questa zona dell’isola, così come nel Sulcis Iglesiente e nell’Oristanese, sono in genere case appartenute a spacciatori di eroina e coca.

Altrove - nel centronord, per esempio - il pacchetto sicurezza antimafia sui patrimoni illegali riguarda night, centri vacanze, villaggi turistici. Con sequestri di case a re della disco-music. Blitz contro palazzinari collegati a banchieri di Cosa Nostra. Inchieste a carico di prestanome scoperti attraverso la decodificazione d’importanti flussi finanziari. Un po’ in tutta l’isola, a gestire questi patrimoni, interviene ancora Sardegna Solidale, col suo attivissimo presidente Giampiero Farru. I re-investimenti vanno dalle Barbagie all’Ogliastra. Per ora non sono tanti. Eppure in più di un caso sulle ceneri d’imprese criminali sono nati asili, scuole materne, sale di aggregazione sociale, mense per poveri: i fiori della rinascita.

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