«Cicu a Bruxelles per merito mio»
Calia (Ncd) racconta la battaglia per avere due rappresentanti in Europa
SASSARI. «Salvatore Cicu non lo ammetterà mai, ma se lui oggi è stato eletto al Parlamento europeo deve ringraziare solo me». Maddalena Calia non ce l'ha fatta a ritornare a Bruxelles, ma forse senza di lei, eccezion fatta per Soru, non sarebbe riuscito a nessun altro sardo tagliare il traguardo europeo. L'ex-sindaco di Lula, oggi leader isolana del Nuovo centrodestra di Alfano, questa volta aveva probabilmente messo in conto la mancata elezione in Europa. Non come cinque anni fa quando da europarlamentare uscente del Pdl era sicura di riconquistare il seggio. La legge e i numeri erano dalla sua, ma quella granitica certezza si infranse su un'interpretazione errata dell'ufficio elettorale che tolse ben due seggi alla circoscrizione insulare. Sei anziché gli otto previsti dalla legge. «Nel 2009 io ero stata eletta - racconta la Calia -, non c'era alcun dubbio, ma poi i seggi furono ripartiti in maniera completamente sbagliata e il nostro collegio, insieme a quello dell'Italia meridionale, furono pesantemente penalizzati. A noi tolsero due europarlamentari, alla circoscrizione Sud addirittura tre. Il tutto a vantaggio degli altri tre collegi». Fin da subito la Calia diede battaglia contro questa discriminazione territoriale. Insieme a lei scesero in campo anche altri candidati di Pdl, Pd e Udc esclusi dalla ripartizione e tutti insieme decisero di rivolgersi al Tar per chiedere una redistribuzione equa dei seggi. Contro di loro si schierarono quei parlamentari che avevano potuto staccare il biglietto per l’Europa solo grazie all'errore dell'ufficio elettorale, tra cui la cantante Iva Zanicchi, allora compagna di partito della ex-sindaco di Lula ed eletta con il Pdl nella circoscrizione Nordovest. La Calia ha portato avanti la sua battaglia davanti alla Corte costituzionale, mentre il collega Peppino Gargani, che come lei ha poi lasciato Berlusconi per Alfano, è arrivato fino al Consiglio di Stato, che gli ha dato ragione e lo ha reintegrato a Strasburgo, facendo decadere il friulano Giovanni Collino. «Quella sentenza ha ripristinato la legalità – sostiene la Calia –, perché ha sancito che all’Italia meridionale spettano 18 seggi e non 15. E di conseguenza alle isole otto anzichè sei. Oggi, senza la battaglia mia e di Gargani, la Sardegna avrebbe solo Soru, che è stato il più votato, mentre i seggi di Moi e Cicu, come anche quello della Pd Chinnici, sarebbero stati assegnati ad altre circoscrizioni. Tutti si stanno meravigliando per questo storico risultato e sono felice di poterne rivendicare la paternità».
Cinque anni dopo la beffa la Calia ha provato a ritornare in Europa, ma questa volta con la maglia del Nuovo centrodestra. «Io credo sia la vera occasione per la nascita di una compagine di moderati in Italia – afferma –. Possiamo costruire un panorama nuovo con persone che abbiano a cuore il nostro elettorato. Forza Italia in questi anni non lo ha fatto, al suo interno si pensava solo a fare carriera. Io provavo a mettere in luce quelle che erano le priorità del nostro popolo, ma mi hanno fatta fuori. Oggi con Alfano possiamo davvero cambiare il Paese».