La Nuova Sardegna

L’As do Mar guarda anche all’Iran

di Serena Lullia
L’As do Mar guarda anche all’Iran

Una delegazione di Teheran visita la fabbrica, si punta al mercato mediorientale

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OLBIA. La fama del signore delle scatolette arriva fino all’Iran. La fabbrica del tonno a 5 stelle As Do Mar di Vito Gulli diventa oggetto di studio di una delegazione di imprenditori, buyer ed esponenti del governo di Hassan Rouhani. 13 persone tra cui anche il consigliere del presidente per l'agricoltura, l'energia e l'ambiente. Curiosi osservatori dell’eccellenza del made in Italy, azienda all’avanguardia per la tecnologia e il rispetto dell'ambiente. A collegare l'Iran con il gioiello industriale dal cuore sardo è stata Federpesca e il suo presidente Luigi Giannini. Un primo contatto utile per un futuro di collaborazione. La Generale Conserve, che tra i brand nel suo portafoglio ha As Do Mar, Manzotin e De Rica, valuta nuovi mercati in cui espandersi. «Da un anno va avanti il processo di apertura dell'Iran alla comunità internazionale – spiega il presidente di Federpesca Giannini –. Sono interessati ad acquisire tecnologie dall'ltalia. Lo considerano il primo paese in termini di priorità negli interscambi e nell'acquisizione di tecnologia. As Do Mar è una eccellenza in Italia, una azienda tutta italiana, a partire dal capitale per finire con le strutture. Una fabbrica attenta alla sostenibilità, un fiore all'occhiello della nostra nazione. Non c'era altro posto in cui portare la delegazione iraniana». Il faccia a faccia di ieri è stato un primo contatto, un tassello verso una futura collaborazione con il mondo arabo, cominciata già con l'Oman. «Questo è stato un primo incontro – spiega Ruggero Bogoni, manager di Generale Conserve –, Il nostro interesse è valutare delle possibilità di esportazione nel mondo arabo. Abbiamo già contatti con l’Oman e l’Arabia Saudita».

Gli ospiti iraniani seguono con attenzione la presentazione della fabbrica, la sua straordinaria crescita. Da 400mila a 4milioni 300mila consumatori in pochi anni. Chiedono quali effetti abbia avuto la crisi sulla produzione e la vendita. «Il tonno è considerato un bene rifugio, un prodotto di basso costo ad alto contenuto di proteine – spiega il manager Bogoni –. Anche il prodotto medium ha subito una crescita». I delegati iraniani osservano da vicino il tonno, in scatola o in vetro, li immortalano con gli smartphone. Bambini nel paese dei balocchi. Mostrano un grande interesse per il tipo di controlli eseguiti sul pescato, sul funzionamento della ricerca, sulle politiche energetiche. «Non abbiamo nessun agevolazione per i consumi energetici – risponde Bogoni a un quesito –. Abbiamo però in fase di studio avanzato un progetto di cogenerazione dell’energia per ridurre i costi». Inevitabile la domanda sulla scelta della Sardegna, così lontana e così antieconomica, come sede dell’azienda. Al manager di Generale Conserve brillano gli occhi. «La nostra è una impresa giovane ma prima c’era una vecchia fabbrica – spiega –. Restando qui abbiamo garantito i posti di lavoro potendo contare su alte professionalità».

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