La Nuova Sardegna

Si lancia dal quinto piano con le due figlie

di Stefano Ambu
Si lancia dal quinto piano con le due figlie

Commerciante 35enne giù dal balcone di un hotel insieme alle bambine di 4 anni e di 9 mesi: tutte ricoverate in ospedale

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CAGLIARI. Ha prenotato la stanza d’albergo con una telefonata alle 14 e mezz’ora dopo era alla reception con le sue due bambine di nove mesi e quattro anni. Sembrava allegra: scherzava, sorrideva e coccolava le figlie, una in piedi, l’altra seduta sul passeggino. Una madre premurosa, che sistema piena di affetto le bambine. Consegna i documenti, una firma e prego, le chiavi della stanza.

Niente lasciava pensare a quello che sarebbe successo un’ora e mezzo più tardi. La donna, una commerciante cagliaritana di 35 anni, si è lanciata dal quinto piano dell’hotel Panorama, in viale Diaz, insieme alle figlie. Un salto nel vuoto di 15 metri a cui quasi per miracolo sono sopravvissute tutte. Ora la donna è in ospedale, in rianimazione, piantonata dai carabinieri. Nei suoi confronti è stato emesso un provvedimento cautelare per tentato omicidio.

Il dubbio che potesse essere un incidente è stato spazzato via da un biglietto, tanto drammatico quanto chiaro, lasciato in bella vista nella stanza e ritrovato dai carabinieri. Poche parole: «Sono stanca di vivere». Dietro, secondo quanto appurato dalle prime indagini dei carabinieri, ci sarebbero problemi personali. Ma anche economici: la donna gestisce un esercizio pubblico. Un mix di preoccupazioni che ha evidentemente agito in maniera pesante sulla psiche della donna.

E ci è voluto un miracolo. Una tettoia di alluminio, sul lato della struttura che si affaccia sul vialetto dalla parte di via dello Sport, abbastanza dura da fermare la corsa nel vuoto ma allo stesso tempo morbida per attutire il colpo, ha fatto da cuscino. Anzi, quasi da scivolo: anche la forma, arcuata, ha contribuito a far sì che l’impatto non fosse devastante.

Le bambine, nonostante la caduta da circa 15 metri, hanno riportato lividi e traumi, ma non hanno mai corso pericolo di vita. Molto più gravi sono sembrate le condizioni della madre. In un primo momento sembravano essere disperate. Ma, i bollettini medici delle ore successive, hanno scongiurato il rischio che la situazione potesse precipitare. La madre e le due figlie sono state ricoverate in ospedale. Lei al Brotzu e le bambine al Marino. Sono in prognosi riservata.

Nessuno ha visto o notato nulla. Né ha sentito il tonfo dei tre corpi sulla tettoia arcuata che protegge un ingresso secondario e si affaccia su un giardinetto con cespugli e albero. A dare l’allarme è stato un dipendente dell’hotel che ha sentito il pianto di una bambina. E subito è partito alla caccia della fonte di quel lamento forte e insistito. Una volta capito che quel suono veniva dall’esterno il dipendente si è precipitato nel giardinetto e ha visto la madre con le bambine riverse per terra. Intervento provvidenziale, quello del personale dell'hotel, per fare scattare tempestivamente i soccorsi. Sul posto sono arrivate in un lampo le ambulanze del 118 e i mezzi dei vigili del fuoco. Quasi contemporaneamente sono giunti sul posto anche carabinieri e polizia.

Le indagini, sul posto c’era anche il comandante provinciale dei militari Davide Angrisani, sono partite immediatamente. Prima per ricostruire le ultime mosse della donna. Dalla decisione di alloggiare nell’hotel e di portare con sè le due bambine (la prenotazione riguardava una sola notte). Agli ultimi tragici momenti che hanno preceduto la decisione di saltare giù dal balcone: i carabinieri hanno trovato una poltrona appoggiata al parapetto.

Poi un’analisi più approfondita sullo stato d’animo degli ultimi mesi per arrivare alle ragioni che hanno portato la commerciante a cercare di farla finita trascinando con sé le persone che amava di più, le sue due bambine. E da lì sono emersi i problemi personali ed economici. Dal comando di via Nuoro è scattato, inevitabile in casi come questo, un provvedimento cautelare nei confronti della donna legato proprio all’episodio del tentativo di omicidio-suicidio.

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