Omicidio Piroddi, assolto l’imputato
Rossano Selenu era accusato di avere ucciso l’amico a Ilbono: proscioglimento chiesto dal pm
LANUSEI. Assolto dall’omicidio “per non aver commesso il fatto”, e condannato per la sola detenzione illegale di droga, anche se con una pena decisamente pesante: tre anni con il rito abbreviato. Si è concluso ieri pomeriggio, e non senza qualche sorpresa, il processo davanti al gup del tribunale di Lanusei, Nicola Clivio, per l’omicidio di Daniele Piroddi, il commerciante ambulante di Ilbono che era stato ucciso sull’uscio di casa il 22 settembre del 2009. Per la sua morte era stato rinviato a giudizio il suo migliore amico, Rossano Selenu, 50 anni, di Tortolì, ed ex socio in affari di Piroddi. Secondo l’accusa, e la parte civile rappresentata ieri in aula dall’avvocato Stefano Stochino, sia Piroddi sia Selenu erano soci sì, ma non solo in settori leciti. «Avevano costituito un sodalizio che evidentemente aveva messo le mani su qualcosa di sporco», ha ricordato nel corso della sua discussione l’avvocato Stochino, che tutela gli interessi della figlia di Piroddi. Stando alla ricostruzione accusatoria iniziale, insomma, Daniele Piroddi era stato ucciso perché stava rubando la droga da una piantagione illegale che non gli apparteneva. Le telecamere, del resto, lo avevano ripreso mentre sfrondava la coltivazione di cannabis insieme all’amico Selenu.
E questo avrebbe scaldato gli animi di chi non voleva averlo tra i piedi. Da qui sarebbe nata la decisione di eliminarlo. E sempre secondo la tesi iniziale, Rossano Selenu, in questo piano, aveva avuto un ruolo fondamentale: era stato colui che aveva manomesso o fatto manomettere il fuoristrada di Piroddi, in modo tale che da non farlo uscire di casa, quella sera di settembre del 2009. La sera durante la quale il killer era entrato in azione.
Ma ieri, nell’aula gup, la tesi della Procura è cambiata in modo netto e nella sostanza: tant’è che lo stesso pm ha chiesto l’assoluzione di Selenu dall’accusa di omicidio in concorso con qualcuno che è ancora rimasto ignoto. L’unico a sostenere, invece, la responsabilità dell’imputato anche nell’omicidio, è stato l’avvocato di parte civile, Stefano Stochino. Che ha anche motivato nel dettaglio le sue ragioni. Di tutt’altro parere, ovviamente, il difensore di Selenu, Paolo Pilia, che ha argomentato, punto per punto, l’infondatezza dell’accusa più grave nei confronti del suo assistito.
Il gup Nicola Clivio, dopo aver ascoltato con attenzione le parti in causa, si è ritirato in camera di consiglio e intorno alle 14.30 ha emesso il verdetto: Rossano Selenu è stato assolto “perché il fatto non sussiste” dall’accusa di omicidio, e condannato a tre anni per la sola detenzione illegale di droga. Entro novanta giorni, lo stesso gup depositerà le motivazioni della sua sentenza e si conosceranno con esattezza le ragioni che lo hanno portato ad assumere questa decisione.