La Nuova Sardegna

Morbillo, i medici infettati lavorano al pronto soccorso di Olbia. Uno è grave

di Stefania Puorro
Morbillo, i medici infettati lavorano al pronto soccorso di Olbia. Uno è grave

Uno dei due sanitari, entrambi sassaresi, è ricoverato in Rianimazione. Ma forse c’è anche un terzo caso. E' un virus ad altissima contagiosità, molto aggressivo e si trasmette per via aerea:può provocare polmonite ma anche epatite ed encefalite acuta

A-C_WEB

4 MINUTI DI LETTURA





OLBIA. Due medici sassaresi che lavorano al pronto soccorso dell’ospedale di Olbia si sono ammalati di morbillo. Uno di loro, che ha 39 anni, è grave: è ricoverato nel reparto di rianimazione dell’azienda mista ospedaliero-universitaria di Sassari, perché colpito da polmonite. È proprio questa una delle complicanze più serie causate dal morbillo. Un virus ad altissima contagiosità e quindi molto aggressivo, che si trasmette per via aerea e che può provocare anche epatite ed encefalite acuta. L’altro medico (33 anni) si trova invece nel reparto di malattie infettive.

Il morbillo, di cui registrano casi in tutta Europa e in molte regioni italiane (soprattutto tra i nati negli anni 70 e 80), è dunque tornato anche in Sardegna. Già lo scorso mese di aprile erano stati segnalati 20 casi nel sud dell’isola, 15 dei quali con ricovero. Ora la malattia infettiva raggiunge anche il nord e coinvolge due medici «che potrebbero essere stati contagiati durante il loro servizio - scrive la Asl di Sassari -».

Ma ci sarebbe pure un terzo caso di morbillo, rimasto probabilmente sospetto. Quello di un infermiere campidanese che lavora sempre al pronto soccorso del Giovanni Paolo II con i due medici ricoverati: lui sarebbe stato controllato al Brotzu di Cagliari, ma poi mandato a casa.

A lanciare l’allarme per prima, ieri, è stata la Asl di Sassari. «Il servizio di igiene – spiega in una nota – ha attivato immediatamente la sorveglianza prevista, secondo le modalità indicate dal ministero della Salute. È partita quindi tempestivamente un’indagine epidemiologica per la ricerca attiva del contatti suscettibili, cioè di coloro che non hanno mai avuto la malattia, di coloro che non hanno fatto neanche una dose di vaccino e che hanno avuto contatti stretti con i soggetti malati durante il periodo di contagiosità».

Gii esperti della Asl di Sassari raccomandano quindi la vaccinazione «a tutti i bambini e anche agli adolescenti e ai giovani adulti, e in particolare al personale sanitario, che non sono stati vaccinati in precedenza e che non hanno mai contratto la malattia. Il vaccino viene offerto gratuitamente in tutti gli ambulatori del Servizio di Igiene ed è importante sapere che in caso di contatto con un malato di morbillo, la vaccinazione può essere efficacemente effettuata entro 72 ore dall’esposizione». Infine un appello a tutti i medici di famiglia, ai pediatri e ai medici dei reparti affinché segnalino «con tempestività i nuovi casi di morbillo, anche se solo sospetti, attraverso le vie più brevi».

Anche la Asl di Olbia, ovviamente, sta partecipando all’attività di sorveglianza e di monitoraggio avviata dall’azienda sassarese. Non sono stati registrati altri casi, ma gli accertamenti sono sempre in corso. «Per evitare il morbillo c’è solo una soluzione – ribadiscono dall’ufficio di Igiene pubblica della Asl 2 –: la vaccinazione. Che ha ridotto, nel tempo, l'incidenza dei casi di morbillo, generando nella popolazione una caduta di attenzione verso la vaccinazione contro la malattia. A questo si deve poi sommare l'attività dei gruppi anti- vaccinazione, che hanno contribuito a creare, a livello nazionale, un abbassamento delle coperture vaccinali nella popolazione; ciò favorisce la creazione di raggruppamenti di persone non immuni, contrarie al vaccino, tra le quali il virus della malattia si scatena. La cosa più importante che si può fare per proteggere i bambini dal morbillo, è di provvedere alla loro vaccinazione in base alla pianificazione prescritta dal loro medico».

E ancora. «Nella nostra azienda, dal 2001 ad oggi abbiamo raggiunto una copertura vaccinale al morbillo del 95%, con picchi in alcuni anni anche del 97%», aggiungono i medici impegnati nelle campagne vaccinali.

E poi i dettagli sulla malattia: «I primi sintomi di infezione sono in genere tosse, naso che cola, febbre alta e occhi rossi. Una caratteristica indicativa del morbillo sono le piccole macchie rosse con centro blu-bianco che compaiono all’interno della bocca. Una persona con il morbillo è contagiosa da 1 a 2 giorni prima della comparsa dei sintomi, fino a circa quattro giorni dopo la manifestazione cutanea. Il morbillo ha un tempo d'incubazione di circa 10 giorni, dopodiché compare la febbre».

I due medici sassaresi si sarebbero sentiti male circa una settimana fa.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Primo piano
Notte di paura

Olbia, fucilate contro la casa: madre e figlia sfiorate dai colpi

di Stefania Puorro
Le nostre iniziative