La Nuova Sardegna

non rientra all’authority di cagliari

Massidda bocciato dalla Cassazione

Massidda bocciato dalla Cassazione

CAGLIARI. Non ha i titoli, non ha la competenza necessaria, l’esperienza di parlamentare e per un brevissimo periodo di membro della commissione trasporti del Senato non bastano per assumere la...

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CAGLIARI. Non ha i titoli, non ha la competenza necessaria, l’esperienza di parlamentare e per un brevissimo periodo di membro della commissione trasporti del Senato non bastano per assumere la carica di presidente dell’Autorità portuale. Dopo il Consiglio di Stato è la Corte di cassazione a bocciare definitivamente l’ex senatore del Pdl Piergiorgio Massidda, che dovrà mettere da parte il sogno di riprendersi la poltrona di responsabile del porto cagliaritano. I giudici supremi di Roma - presidente Luigi Antonio Rovelli, consigliere relatore Stefano Petitti - hanno deciso a sezioni unite civili che i magistrati amministrativi di palazzo Spada hanno avuto pienamente ragione a rispedire a casa Massidda sulla base del ricorso presentato dall’attuale assessore regionale ai trasporti Massimo Deiana: il requisito unico stabilito dalla legge per essere candidato a dirigere l’Authority portuale è quello di essere un esperto «di massima e comprovata qualificazione professionale nei settori dell’economia dei trasporti e portuale». Ma Massidda è un medico, non ha alcuna competenza in materia di trasporti e di porti, quindi anche per i giudici della Cassazione doveva essere rimosso dalla carica. Peraltro la Corte civile suprema non poteva entrare nel merito del ricorso vincente presentato a suo tempo da Deiana al Consiglio di Stato, ma doveva deliberare soltanto sulla giurisdizione, vale a dire sulla competenza dei magistrati amministrativi ad annullare l’atto di nomina firmato dal ministro dei trasporti a favore di Massidda. Il ricorso presentato per Massidda dagli avvocati Carlo Maria e Anselmo Barone era difatti imperniato su questo aspetto della controversia. Ma la Cassazione ha stabilito che il Consiglio di Stato era pienamente legittimato a decidere, proprio perché l’atto di nomina era strettamente legato al requisito ritenuto essenziale dalla legge perché il candidato potesse essere inserito nella terna di nomi dalla quale scegliere il presidente dell’Autorità portuale. «Appare del resto singolare - osservano i giudici della Cassazione - il fatto che la medesima parte (Massidda, ndr) che in sede di appello incidentale ha sollecitato un riscontro in sede giurisdizionale della sussistenza in capo al controinteressato (Deiana, ndr) del requisito dell’esperienza, non ritenendo a tal fine idoneo il titolo di studio e la stessa attività accademica, denunci poi come eccedente l’ambito della giurisdizione amministrativa il medesimo esame dell’appellante principale richiesto e dal Consiglio di Stato svolto al fine di verificare la sussistenza di quel requisito». In altre parole: per Massidda il Consiglio di Stato non poteva fare alcuna valutazione sui suoi titoli, ma poteva e doveva farla su quelli di Deiana.

Una valutazione - ora definitiva e inappellabile - è comunque arrivata: Massidda non ha alcun titolo, esperienza e competenza per fare il presidente dell’Autorità portuale di Cagliari, Deiana al contrario li possedeva e li possiede tutti. Come dire che i presunti successi ottenuti da Massidda nel corso della sua attività al porto di Cagliari - presunti perché non esiste alcun riscontro, al di là delle parole - non hanno alcun peso: conta la legge e la legge gli dà torto. (m.l)

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