La Nuova Sardegna

La fabbrica dell’intelligenza verde

di Felice Testa
La fabbrica dell’intelligenza verde

In crescita le preiscrizioni alla facoltà di Agraria di Sassari. Pulina «L’85% dei laureati trova lavoro nel giro di tre anni»

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SASSARI. È l’agricoltura “smart” che guarda a su connottu, quella che piace a Giuseppe Pulina, direttore del dipartimento di Agraria dell’università di Sassari che, quest’anno, ha fatto registrare un boom di preiscrizioni. «Vogliamo un'agricoltura più smart, più colta – dice – non si va nel 21° secolo senza intelligenze e noi creiamo “intelligenza verde”. Ad Agraria non si insegna solamente, si studia, si crea innovazione . Dietro i docenti c’è un mondo scientifico al lavoro. Il ritorno alla campagna da parte dei giovani, il picco di iscrizioni in Agraria, sono un trend nazionale, non solo sardo. C’è stato un aumento medio del 25% negli ultimi quattro anni in controtendenza con le immatricolazioni delle altre facoltà. In Italia ci sono 32mila studenti che frequentano la triennale e 7.500 la specialistica. A Sassari, rispetto allo scorso anno, le preiscrizioni sono aumentate del 50%. Abbiamo numeri programmati, dovuti alle limitazioni imposte dai laboratori e dalle aziende sperimentali e didattiche che i nostri studenti devono frequentare e le richieste sono molto più ampie dei posti disponibili. Il Dipartimento di Sassari ha 75 iscritti in Scienze e tecnologie agrarie, 75 in Scienze agrozootecniche, 50 in Scienze forestali e ambientali, a Nuoro, e 50 in Tecnologie viticole, enologiche e alimentari, a Oristano». Il motivo di tanto successo della facoltà di Agraria ha, secondo Giuseppe Pulina, due motivi principali: uno molto concreto poggia sulle opportunità di lavoro, l’altro, più psicologico, sulla solidità della terra e del lavoro agricolo.

«Il consorzio Almalaurea che segue il percorso dei laureati – spiega Pulina – attesta Agraria ai primi posti per il collocamento lavorativo. A tre anni dalla laurea più dell'85% dei nostri studenti trova occupazione. Per loro si aprono prospettive nella libera professione, nel mercato dei servizi e della consulenza e nel grande campo dei mezzi tecnici. Questo, in un contesto di profonda ristrutturazione delle imprese agricole, dovuta al subentro dei giovani nelle aziende, grazie a finanziamenti europei. Un settore economico tutt’altro che trascurabile: in Sardegna, secondo i dati Istat, le imprese agricole sono 119mila. C’è, poi, una solidità nel mondo agricolo che dà molta sicurezza, data da un’insieme di innovazione e tradizione. Penso che, in agricoltura, la tradizione sia un’innovazione riuscita bene che si è conservata. In Sardegna, “su connottu” non va mai sottovalutato. In agricoltura, “me lo ha detto babbo” è una cosa seria. Inoltre, nelle aziende agricole non funziona la regola delle tre generazioni. la prima che costruisce, la seconda che ingrandisce e la terza che dissipa. I Frescobaldi fanno vino da 400 anni e sono ancora lì. In agricoltura il terreno non si sposta. Al tempo del principe di Salina se li giocavano a carte, ma era una pratica riservata a ceti particolari. Il ceto rurale è solido, tenace e affidabile. E credo che anche questo attragga i giovani».

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