Ducato: «L’edilizia può diventare delizia»
La testimonial dell’isola protagonista a Milano: no ai derivati del petrolio, sì alle costruzioni di pace
MILANO. All’Expo ogni giorno lancia il suo messaggio per un’edilizia eco-sostenibile con una voce preregistrata: tutto grazie a un ologramma, così come fanno dal primo maggio, nel padiglione Italia, le “riproduzioni” dei testimonial delle altre 20 regioni. Ma di solito Daniela Ducato, l’imprenditrice di Guspini sostenitrice di «una edilizia che diventi delizia», porta con sé un nido di passero tessitore come simbolo delle costruzioni biologiche ideali. Ieri invece, “fuori dall’esposizione”, nei chiostri di San Barbara, ha preferito presentarsi al pubblico della manifestazione internazionale con un antico contenitore dallo straordinario potere termico per conservare moddizzosu, uno dei tre pani italiani con la produzione certificata più remota: nell’isola si continua a fare da più di 120 anni.
Ma perché tanta attenzione verso i prodotti naturali?
«Pensiamo a quel nido fatto con le paglie e ottenuto dai raspi delle nostre terre. Ci racconta le vinacce, le tradizioni, l’arte, la cultura. Come non si può scegliere di puntare più in generale verso merci genuine, autentiche, frutto dalla fatiche e dai saperi dell’uomo?».
Per quale motivo proprio un nido?
«Perché quel nido è un esempio di architettura perfetta: come fanno gli uccelli per i loro piccoli noi dovremmo essere in grado di costruire il futuro dei nostri figli su basi naturali che preservino l’ambiente e ci facciano vivere meglio».
Lei lo ha fatto nella sua azienda di Guspini con materiali per l’edilizia a base di lana di pecora: questa decisione ha pagato?
«Sì. In particolare se si considera che oggi la gran parte dei fabbricati e dell’edilizia è basata sui derivati dei prodotti petrolchimici, gli stessi che alimentano le guerre nel mondo. La nostra vuole essere invece un’edilizia di pace, fondata sull’uso dei mezzi naturali che abbiamo a disposizione, come appuntola lana delle nostre pecore».
Che cosa pensa dell’Expo 2015?
«In generale ho notato che tra i padiglioni c’è un po’ di effetto Gardaland, a parte l’indubbia bellezza di alcuni. Ma sono convinta che per la nostra isola sarà una vetrina importante che ci permetterà di presentare al meglio le eccellenze sarde».
Che sensazione le ha dato rivedersi in un ologramma?
«All’inizio ero scettica: pensavo che nel mio caso come per gli altri testimonial il progetto non avrebbe funzionato. Invece mi sono ricreduta, soprattutto quando, nascosta in un angolo della sala, ho visto con quale attenzione i visitatori di tutti i Paesi ascoltavano le mie spiegazione. Ecco, da quel momento ho provato piacere per essere stata in grado di spiegare in pochi minuti l’eccellenza di tutti i nostri prodotti». (pgp)