Filosofia come specchio del mondo Torna il festival con Bodei e Ovadia
CAGLIARI. Come implodono le società, trasformando l’umano in orrore? Come sganciarsi dalle pericolose spirali dell’odio e della vendetta, quando anch’esse traggono origine dalla vita e dall’amore? E’...
CAGLIARI. Come implodono le società, trasformando l’umano in orrore? Come sganciarsi dalle pericolose spirali dell’odio e della vendetta, quando anch’esse traggono origine dalla vita e dall’amore? E’ attorno a questi temi che dal 14 al 17 maggio si dipaneranno i fili della quarta edizione del Festival di filosofia, insieme a illustri ospiti come Moni Ovadia, il cagliaritano Remo Bodei, Massimo Campanini, Benedetta Tobagi o Simona Forti. Curato da Roberta De Monticelli, ordinario di Filosofia della persona a Milano, e da Pierluigi Lecis, docente di Filosofia teoretica a Cagliari, l’appuntamento quest’anno ha per titolo “L’infinito fratricidio”.
Un’espressione presa in prestito dall’opera dello scrittore libanese Wajdi Mouawad “Incendi”, per indagare e riflettere sulle tante guerre che ancora dilaniano il Mediterraneo (altro tema che scandisce la programmazione di maggio del Teatro di Sardegna, dove il festival sarà ospitato).
«La filosofia, come arte sorella, diventa specchio del mondo- ha spiegato durante la presentazione Roberta De Monticelli- e questa volta ci aiuterà a indagare il conflitto». Un conflitto che parte da lontano e «continua nella sorda indifferenza», aggiunge , con il pensiero rivolto all’ultima tragica moria di migranti. Un’anteprima del festival sarà offerta il 14 maggio (ore 18.30) nella sede della Fondazione Banco di Sardegna, con un focus sulla Tunisia, nell’incontro che vedrà ospite Emma Jeblaoui, membro del Comitato consultivo arabo per i diritti umani.
Alle 21 è al Teatro Massimo per la prima di “Incendi”, tra le nuove produzioni di Sardegna teatro, tratta dal libro di Wajdi Mouawad, per la regia di Guido De Monticelli. L’opera (che farà da specchio della rassegna e la accompagnerà sino alla fine) è la storia di due gemelli in un Libano devastato dal conflitto. Il 15 maggio (ore 17.30, Teatro Massimo) apertura del festival con il primo incontro: protagonisti saranno Massimo Campanini, tra i più apprezzati storici del Medio Oriente, e Wasim Dahamsh, ricercatore di traduzione letteraria e dialettologia araba. Il 16 maggio riflessioni aperte su “La cognizione del male”: con Moni Ovadia, Simona Forti, Gabriella Baptist, Benedetta Tobagi e Paola Piras. Il 17 maggio si parla di “Storia e storie” con Remo Bodei, Elisabetta Cattanei, Franco Cardini e Roberta De Monticelli. Fitto anche il calendario delle iniziative collaterali: dall’altra nuova produzione di Sardegna Teatro “Soglie”, “La via del pepe” di Massimo Carlotto (dal 7 sino al 24 maggio), alla celebrazione della Nakba (il 15 maggio), la giornata in cui i palestinesi ricordano il grande esodo del 1948, sino allo spettacolo di danza di Maurizio Saiu “Morte araba” e ai laboratori di filosofia per bambini.