La Nuova Sardegna

Furtei, stanziati 28 milioni per le bonifiche

di Luca Fiori
Furtei, stanziati 28 milioni per le bonifiche

I lavori per il recupero dell’area partiranno entro novembre: l’intera zona sarà del tutto recuperata

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SASSARI. Partiranno entro novembre i lavori per il recupero dell’area mineraria di Santu Miali a Furtei. «Ci vorranno tra i 2 e i 4 anni - spiega l’assessore regionale dell’Ambiente Donatella Spano - e poi la qualità ambientale dell’intera area sarà ripristinata».

La Regione ha destinato 28 milioni di euro per raggiungere la somma necessaria per il recupero dell’intera area mineraria, quantificata lo scorso 23 luglio in base al progetto preliminare predisposto da Igea e approvato dalla Conferenza dei servizi, coordinata dall’assessorato della difesa dell’Ambiente. «L’area su cui insisteva l’attività di estrazione dell’oro - aggiunge l’assessore - interessa i territori comunali di Furtei, Guasila, Segariu e Serrenti. Saranno questi comuni, insieme alle province di Cagliari e del Medio Campidano - spiega l’esponente della Giunta Pigliaru - ad occuparsi del piano di monitoraggio, tutto sarà fatto con la massima trasparenza». Il costo complessivo del progetto è di 44 milioni, ma 16 erano già stati stanziati e destinati a tal fine. «La Conferenza dei servizi, tra le diverse ipotesi di intervento - spiega l’assessore - ha approvato la messa in sicurezza del bacino sterili, la realizzazione del sito di raccolta a servizio della bonifica dell’area mineraria, l’asportazione completa delle discariche attualmente prive di idonei presidi ambientali, la rimozione di sedimenti e suoli contaminati delle discariche minori e il riempimento dei vuoti minerari con inerti ritenuti idonei». Quest’ultima sarà un’operazione che consentirà di restituire ampie porzioni di territorio rispetto alla messa in sicurezza permanente di ogni singola discarica mineraria. Ma il progetto prevede anche la rinaturalizzazione delle aree e la realizzazione dell’impianto di trattamento delle acque contaminate. La società Igea, negli ultimi anni, ha eseguito il piano della caratterizzazione e della sorveglianza e custodia, insieme agli interventi di messa in sicurezza di emergenza. «Era necessario ripristinare immediatamente i presidi di sicurezza - aggiunge Donatella Spano - con particolare riguardo al pompaggio delle acque ed evitare la tracimazione delle acque contaminate con dispersione nell’ambiente. Sono stati così ripristinati i canali di guardia e gli argini e si è evitata negli anni la dispersione di elementi inquinanti nell’ambiente. Questo ha consentito di eseguire la caratterizzazione di tutta l’area vasta. I risultati di questo lavoro sono stati utilizzati come base del progetto preliminare di bonifica e messa in sicurezza permanente e del piano di monitoraggio presentato tra aprile e maggio 2015.

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